“Nei momenti di crisi una Grosse Koalition è la scelta ottimale per introdurre le riforme economiche, cambiare la legge elettorale e modificare la Costituzione godendo di una maggioranza qualificata. Il successo dell’esperienza tedesca tra il 2005 e il 2009 documenta che anche l’Italia può intraprendere la stessa strada”. Ad affermarlo è Bernd Posselt, europarlamentare del PPE/CSU, secondo cui “l’unico rischio è che il Movimento 5 Stelle, diventando il principale partito di opposizione, se ne approfitti per conquistarsi una ribalta che altrimenti non avrebbe. Il solo modo per impedire a Beppe Grillo di ottenere un vantaggio elettorale resta però quello di fare le riforme”
Quali sono stati i risultati ottenuti dalla Grosse Koalition tedesca tra il 2005 e il 2009?
La Grosse Koalition è stata un’esperienza che ha permesso di attuare diverse riforme, le quali richiedono stabilità e un’ampia maggioranza. Se nessuna altra maggioranza è disponibile diventa indispensabile un accordo trasversale. Nei momenti di crisi una maggioranza allargata può essere d’aiuto, mentre cessa di essere la situazione più adeguata nei periodi di normalità.
Ritiene che il modello della Grosse Koalition sia replicabile anche in Italia?
Proprio perché l’Italia si trova in un periodo eccezionale, un accordo tra Pd e Pdl può essere d’aiuto per risolvere i problemi economici e introdurre una riforma del sistema politico. Per modificare parti della Costituzione e la legge elettorale, una grande coalizione è indispensabile in quanto occorre una maggioranza qualificata.
Che cosa ne pensa di quanti affermano che una Grosse Koalition, mancando di un chiaro indirizzo politico, non può fare le riforme?
Questo è un problema che riguarda qualsiasi maggioranza di governo formata da almeno due partiti. Nessuna coalizione ha una linea politica del tutto univoca, e in Italia è sempre stata necessaria un’alleanza tra partiti come Pdl e Lega Nord, o Ds e Margherita. Dal Dopoguerra a oggi, fatta eccezione per alcune brevi parentesi, l’Italia è sempre stata governata da coalizioni frutto di compromessi tra diverse ispirazioni politiche e ideologiche. Anche oggi in Germania il Cancelliere Angela Merkel è sostenuto da cristiano-democratici e liberali, e se devo essere sincero nell’attuale governo tedesco trovare un accordo sulle singole questioni non è certo più facile di quando c’era la Grosse Koalition.
Quali possono essere gli effetti negativi di una Grosse Koalition?
L’unico vero effetto negativo che ne può derivare è che i gruppi radicali possono approfittarsene. Il normale dibattito tra centrodestra e centrosinistra viene meno, e quindi partiti come il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo riescono a ottenere una ribalta che in condizioni normali non avrebbero. E’ successo così anche in Germania? E’ quanto è avvenuto ai tempi della prima Grosse Koalition tedesca, tra il 1966 e il 1969. All’epoca l’NPD (Partito Nazional Democratico Tedesco) raggiunse una soglia di consensi molto elevata, per poi sgonfiarsi con la fine della maggioranza delle larghe intese.
Quindi lei ritiene che il governo Letta favorirà Grillo?
In primo luogo occorre tenere conto del fatto che il vero responsabile della necessità di formare una grande coalizione in Italia è proprio il Movimento 5 Stelle. Se Grillo assumesse una posizione costruttiva in Parlamento, ciò renderebbe possibili dei governi di altro tipo. Finché il M5S continuerà a bloccare qualsiasi altro tentativo con il suo comportamento distruttivo, sarà necessaria una coalizione stabile per fare le riforme.
In che modo è possibile gestire il dissenso del M5S?
L’unico modo è fare le riforme. Se la Grosse Koalition è in grado di approvare le leggi necessarie per modernizzare il sistema politico ed economico e cambiare la legge elettorale, allora il partito di Grillo si sgonfierà come l’NPD.
(Pietro Vernizzi)