Travaglio, nel suo editoriale sul Fatto Quotidiano prende le difese dell’M5S. Dopo una lunga premessa in cui riassume la strategia di Grillo per il Colle (votare il proprio candidato, in caso di fallimento lasciare scheda bianca, votare il meno peggio, oppure accordarsi su uno decente) e dopo aver suggerito di accordarsi su una candidatura accettabile, attacca la stampa e i politici che, nei confronti del comico genovese, continuano ad assumere due pesi e due misure. «Se Grillo ripete le cose che dice da sette anni su Pdl e Pdmenoelle, è Hitler reincarnato che emana diktat antidemocratici, editti, epurazioni e ostracismi, ovviamente per “fare soldi” da quel “miliardario” che è, e perché sotto sotto fa il gioco di Berlusconi». Se, invece, Renzi propone un patto con «B», se Bersani cerca di accordarsi sul Colle, e se il Pd rifiuta Prodi per non dispiacere al Cavaliere, tutto è lecito. Come se non bastasse, Travaglio denuncia il fatto che nessuno, tra le istituzioni, abbia condannato «la lettera di un sedicente “uomo d’onore della famiglia di Alcamo” che anticipa il piano stragista “degli amici romani di Matteo” Messina Denaro contro i pm Nino Di Matteo e Nico Gozzo per impedire “un governo di comici e froci”». Ovvero, un governo con Grillo e con parte della sinistra. La cosa più grave, se fosse sfuggita è che se dei mafiosi dicessero che non vogliono al governo il Pd, Monti o Berlusconi, questa sarebbe l’apertura di tutti i giornali.



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