A sinistra più che a destra, molti erano felici, convinti di averlo archiviato come un qualunque galletto che avesse osato troppo. Ma se, perse le primarie, la strategia era tacere, ora conviene parlare. L’impressione è che Renzi non si accontenti di veder passare il cadavere del suo nemico lungo il fiume. Tanto più che Bersani è ormai innocuo. Sta osando ed esterna perché vuole tutto. Il partito, la premiership, Palazzo Chigi. Anche le bordate contro i saggi – «perdiamo tempo» – sono tattiche. Mentre così diceva, il suo interlocutore, idealmente, non era Napolitano (che pure gli ha replicato: «non mi pare di perder tempo») ma gli italiani. Quasi a convincerli che l’unica soluzione sia lui stesso. Il commento di Piero Sansonetti, direttore de Gli Altri e di Calabria Ora.



A cosa punta Renzi?

Pensa di avere qualche chance di esser nominato presidente del Consiglio ed è convinto di potersi giocare alla grande la prossima campagna elettorale.

Partiamo dalla presidenza del Consiglio.

Renzi, dopo l’elezione del nuovo presidente della Repubblica, potrebbe essere chiamato come “salvatore della patria” . E’ ragionevole, infatti, che venga scelto qualcuno del Pd. E lui, oltre a non essere sgradito a Berlusconi, potrebbe spaccare il fronte grillino.



Non crede che i grillini lo vedano come il fumo negli occhi?

Beh, è pur sempre un rottamatore. Su molte questioni, è sulle loro stesse posizioni. D’altro canto, non è naturale che un gruppo anarchico come l’M5S regga e continui ad esistere come monoblocco unitario. Ancora un po’, è si sfalderà. Tanto più che molti parlamentari grillini non hanno alcuna intenzione di tornare alle urne. Detto ciò, resta il fatto che, a queste condizioni, è altamente improbabile che venga conferito nuovamente l’incarico a qualcuno.

Perché?

Pdl e Pd non riescono a mettersi d’accordo. Prevalentemente, perché se il Pd accettasse l’intesa, si spaccherebbe. L’ipotesi più probabile resta quella delle elezioni anticipate.



A quel punto, Renzi quante chance avrebbe di vincere le primarie?

Non vedo chi vi si potrebbe contrapporre. Ormai sanno tutti che Renzi nelle vesti di candidato premier potrebbe prender voti a sinistra ma anche a destra. Bersani, invece, si è completamente bruciato: ha sbagliato clamorosamente la campagna elettorale, è stato troppo ossequioso con i grillini e si è fatto incastrare dalla proposta di Berlusconi di governare assieme. Una proposta avanzata, indubbiamente, con furbizia. Ma, probabilmente, anche con saggezza. Bersani, dal canto suo, si è ostinato a continuare a rispondere no, nonostante l’esigenza del Paese richiedesse altro. Insomma, la sua vita politica è giunta al termine.

 

Perché Napolitano si è sentito in dovere di rispondere a Renzi?

Effettivamente, la risposta poteva anche risparmiarsela. Il fatto è che, pure lui, a differenza dell’apparenza, è piuttosto impulsivo. E, in questo momento, è anche parecchio nervoso.

 

Ne ha motivo?

Direi. Gli sta sfuggendo la situazione di mano. L’operazione dei saggi si è rivelata un fallimento: in assenza di un accordo politico, non aveva alcun senso effettuarla. Inoltre, è apparsa come una riedizione del governo Monti, forse il più odiato della storia italiana. Infine, ha rappresentato l’ennesimo strappo alla democrazia. Ha dato, cioè, l’impressione di infischiarsene del responso delle urne e, invece che rispondere alle regole della democrazia, di aver voluto comporre un esecutivo aristocratico. Per di più, ha fatto una gaffe clamorosa: oggigiorno non ci si può presentare con dieci “vecchietti” senza neanche una signora… Insomma, se la sua presidenza, fino a qualche mese fa, sembrava destinata ad esser considerata tra le più grandi di sempre, ora rischia di coincidere con il peggior fallimento della storia repubblicana. Però, ha ancora una chance.

 

Quale?

Quella di essere riconfermato (per poi, magari, dimettersi dopo un paio d’anni). E poter essere così ricordato come colui che ha traghettato l’Italia alla salvezza.

 

Bersani e Monti, ieri sera, hanno detto che faranno di tutto per trovare una soluzione il più in fretta possibile, e che sia ampiamente condivisa.

Per il momento, mi pare che ci siano due sole ipotesi verosimili: la riconferma di Napolitano, o l’elezione di Emma Bonino. Staremo a vedere. 

 

(Paolo Nessi)