Nonostante la recente apertura a un eventuale dialogo con il Pdl da parte di alcuni esponenti del Pd (prima Dario Franceschini, poi Roberto Speranza, capogruppo democratico alla Camera), Pier Luigi Bersani ribadisce il suo “no” a un governo di larghe intese. E lo fa con una lettera aperta inviata a La Repubblica, in cui il segretario del Partito Democratico scrive che “la proposta che ho avanzato assieme al mio partito (governo di cambiamento, convenzione per le riforme) non è proprietà di Bersani. Ripeto quello che ho sempre detto: io ci sono, se sono utile. Non intendo certo essere di intralcio. Esistono altre proposte che, in un Paese in tumulto, non contraddicano l`esigenza di cambiamento e che prescindano dalla mia persona?”. “Nessuna difficoltà a sostenerle! – scrive ancora il leader democratico – Me lo si lasci dire: per chi crede nella dignità della politica e conserva un minimo di autostima, queste sono ovvietà! È forse meno ovvio ribadire una mia convinzione profonda, cui farei fatica a rinunciare. Il nostro Paese è davvero nei guai. Si moltiplicano le condizioni di disagio estremo e si aggrava una radicale caduta di fiducia”. Ci vuole un governo, sottolinea Bersani, “ma un governo che possa agire univocamente, che possa rischiare qualcosa, che possa farsi percepire nella dimensione reale, nella vita comune dei cittadini. Non un governo che viva di equilibrismi, di precarie composizioni di forze contrastanti, di un cabotaggio giocato solo nel circuito politico-mediatico. In questo caso, predisporremmo solo il calendario di giorni peggiori”.



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