Il Movimento 5 Stelle ha fatto della questione degli stipendi dei parlamentari e, più in generale, dei costi elevati della politica un suo cavallo di battaglia. La sua grande affermazione elettorale è dipesa, in gran parte, proprio dalla sua lotta ai privilegi. Il dibattito interno al partito relativo ai compensi dei deputati e dei senatori grillini, quindi, è tutt’altro che velleitario. Ancora una volta, si discute su quanto realmente dovrebbero percepire. Il “non statuto” dell’M5S, infatti, prevede che lo stipendio dei parlamentari 5 Stelle sia ridotto a “soli” 2500 euro al mese, mentre sarà restituito l’assegno di fine mandato. C’è, tuttavia, il problema della diaria: ovvero, 3600 euro al mese spettanti per le spese di vitto e alloggio. Ebbene, come ricorda Alessandro Trocino sul corriere della Sera, su quei 3600 euro, per l’M5S, vige l’obbligo di rendicontazione mediante scontrini e fatture. Ma la parte della diaria che non è stata spesa si può trattenere? Alcuni dei grillini residenti a Roma hanno fatto sapere che la restituiranno senza problemi, altri preferiscono affidarsi alla propria coscienza. Verosimilmente, il gruppo, alla fine, darà un’indicazione vincolante.



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