Pare che Berlusconi abbia messo da parte in fretta i buoni propositi circa l’atteggiamento da assumere rispetto alle sue vicende giudiziarie. Sembrava che si fosse convinto del fatto che, per spuntarla in Cassazione, una volta condannato in Appello nel processo Mediaset, avrebbe dovuto mantenere un profilo il meno possibile provocatorio nei confronti della magistratura. La manifestazione di ieri, a Brescia, non rientra di certo in simile strategia. Anche se, a dire il vero, i toni incendiari che in molti si aspettavano non ci sono stati. Augusto Minzolini, senatore del Pdl, ieri era in Piazza Duomo a manifestare e ci spiega il senso dell’evento.
Berlusconi ha deciso di archiviare l’ipotesi di un atteggiamento pacato?
A dire il vero, benché abbia usato alcune espressioni quali «i pm vogliono eliminarmi», il suo è stato un discorso, tutto sommato, piuttosto tranquillo. Ciascuno potrà fare le sue valutazioni ma, francamente, è difficile sostenere che abbia detto alcunché di particolarmente sorprendente. Si sente attaccato, e si è limitato a reagire affermando che occorra riformare la giustizia, e impedire che parte della magistratura, quella più politicizzata, possa continuare a vessare non solo lui ma qualunque cittadino. Sottolineerei che, rispetto al passato, c’è una significativa novità.
Quale?
Berlusconi ci ha tenuto a ribadire come le sue vicende giudiziarie, e il rapporto suo e dell’intero centrodestra con il governo, siano due questioni completamente distinte. Anzi, questo governo è messo in pericolo proprio da quella parte della magistratura politicizzata di cui parla Berlusconi.
Cosa intende?
Beh, il governo di larghe intese legittima Berlusconi, e questo non è accettabile per chi lo considera la fonte di ogni male. Non è un caso che, nell’ambito del processo Mediaset, dove è stato condannato in appello per frode fiscale, e in cui gli è stata comminata la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni, si sia passati dal primo grado all’appello nel tempo record di un anno quando, solitamente, ce ne vogliono diversi.
Crede che per la riforma della giustizia, di cui Berlusconi ha parlato per l’ennesima volta nel suo intervento, sia la volta buona?
Ne dubito. E’ una questione che resta all’interno dell’identità programmatica del centrodestra, ma non mi pare che sussistano le condizioni affinché questo governo possa vararla.
L’ex premier ha inoltre posto l’accendo su una serie di misure economiche che, secondo lui, il governo non potrà esimersi dall’attuare: abolizione dell’Imu sulla prima casa, riduzione dell’Iva, sgravi per chi assume e limitazione dei poteri di Equitalia.
La manifestazione, infatti, è stata prevalentemte politica. Berlusconi è convinto che l’alleanza non vada messa in discussione. Non ci sono, del resto, alternative. Resta il fatto che l’esecutivo necessita di verifiche da effettuare giorno per giorno. Le sollecitazioni su tali punti programmatici rientrano proprio nella logica di questa verifica.
Non crede che la manifestazione faccia già parte della campagna elettorale?
Diciamo che, semplicemente, il Pdl non si dimentica dei suoi elettori. Tanto più che, trovandosi in un governo di larghe intese in cui esistono linee programmatiche differenti, il centrodestra ha bisogno di rinsaldare il rapporto con il suo popolo. Per fargli comprendere come, pur facendo parte di un esecutivo di questo tipo, continuerà a difendere l’identità della sua elettorale.
E’ lecito che i ministri del Pdl abbiano partecipato alla manifestazione?
Immaginare che chi entra nel governo debba rinunciare alla propria identità politica non avrebbe senso.
(Paolo Nessi)