Mentre il governo è ancora in fase di rodaggio, Berlusconi minaccia di staccargli la spina se non sarà abolita l’Imu e restituita quella già versata, dando l’impressione di essere, con la testa, già immerso nella prossima campagna elettorale. Ma, effettivamente, non è nulla più di una semplice impressione. Il capo del Pdl ha tutto l’interesse di far durare il governo il più possibile. Ne è convinto il direttore de Gli Altri e di Calabria Ora, Piero Sansonetti, al quale abbiamo chiesto che prospettive di prefigurano.



Perché Berlusconi minaccia di ritirare il sostegno al governo se non sarà abrogata l’Imu?

Berlusconi sta, semplicemente, esercitando pressioni sul governo in nome del principio di credibilità nei confronti dell’elettorato. E’ improbabile, tuttavia, che voglia andare a elezioni subito. Disperderebbe il consenso ottenuto in questi mesi. Si tratta, più che altro, di tattica. D’altra parte, sa pure che rigirare il coltello nella piaga, più di tanto non gli conviene. Il governo, infatti, deve durare almeno due anni.



Crede che sia realmente intenzionato ad assumere la presidenza della Convenzione per riforme?

Direi di sì. E’ pur sempre il capo del secondo partito del governo, al quale finora non è stato dato pressoché nulla. Non avrebbe, del resto, ragioni per non volerla. A meno che non ritenesse di doversi considerare come lo considerano i suoi nemici, ovvero un impresentabile.

Tuttavia, nessuno tra i ministri dei precedenti governi o tra i dirigenti anziani dei partiti ha ricevuto ruoli importanti. Perché dovrebbero darne uno a Berlusconi?

Perché Berlusconi è ancora il capo del Pdl. Personaggi come D’Alema, Veltroni o Bersani e via dicendo, non lo sono più.



Intanto, nel Pdl i falchi, che si sono spesi per la campagna elettorale e non hanno ricevuto in cambio niente, sono sempre più insofferenti nei confronti delle colombe, che hanno “tradito” Berlusconi chiedendo le primarie e sono ora al governo

In un qualunque governo di grande coalizione, i componenti provengono dalle colombe, mentre i falchi si trovano in difficoltà. A destra come a sinistra. E’ inevitabile.

Saranno tenuti a bada con qualche sottosegretariato?

Il Pdl, quando ha pensato di farcela senza Berlusconi, è sceso sotto il 12%. Non credo che il malcontento esploderà.

 

Berlusconi, in questo momento, sembra schierato dalla parte delle colombe. La situazione può durare, al punto che il Pdl possa diventare un partito tradizionale della destra europea?

Il Pdl, a dire il vero, ha sempre fatto parte della destra europea, mentre Berlusconi ne è stato uno dei leader più forti. Certo, la destra europea incarnata da Sarkozy e dalla Merkel si “liberò” di Berlusconi con una risata. Si dà il caso, tuttavia, che il primo sia sparito dalla circolazione, mentre le politiche imposteci dalla seconda attraverso Monti si siano rivelate un fallimento totale. Resta il fatto che, in questo caso, si è prodotta una curiosa circostanza: Berlusconi rappresenta il principale motore di funzionamento di un governo di centrosinistra. 

Crede che Berlusconi continuerà a restare schierato con le colombe?

Penso di sì. Se il governo durerà almeno due anni, e se, a quel punto, la crisi economica si sarà attenuata, e la crescita sarà ripartita, potrà ripresentarsi come colui che ha realmente governato l’Italia con l’aiuto del giovane Letta. Ovviamente, se la ripresa non ci sarà, avranno perso tutti. E Grillo prenderà la maggioranza assoluta.

 

Cosa accadrà, nel frattempo, nel Pd?

Per il momento, è talmente debole da non essere in grado neppure di scindersi: non sa dove andare, non ha una linea politica ma, soprattutto – e non si è mai visto un partito del genere – non ha uno straccio di gruppo dirigente. Sfido chiunque a farsi venire in mente i nomi di almeno 5-6 leader minimamente prestigiosi. Non esiste più nessuno. I vari D’Alema, Fassino, Veltroni, Bersani e Bindi non esistono più; Franceschini e Letta sono al governo; Fassina Civati, Puppato forse un giorno diventeranno dirigenti di peso, ma ora non lo sono. 

 

(Paolo Nessi)