Beppe Grillo contro tutti. Anzi, contro chi si è permesso di definire fallimentare l’esito elettorale per il Movimento 5 Stelle, compreso Stefano Rodotà. Proprio l’ex garante della privacy (che fino a poche settimane fa era il candidato M5S al Quirinale), “colpevole” di aver parlato recentemente di sconfitta per i grillini, viene adesso definito (ma senza essere citato) “ottuagenario miracolato dalla Rete, sbrinato di fresco dal mausoleo dove era stato confinato dai suoi a cui auguriamo una grande carriera e di rifondare la sinistra”. E’ Beppe grillo a scriverlo nel nuovo post pubblicato sul suo blog: “Dopo le elezioni comunali parziali che storicamente, come qualsiasi asino sa, sono sempre state diverse come esito e peso rispetto a quelle politiche – esordisce il leader M5S -, c’è un fiorire di maestrini dalla penna rossa. Sono usciti dalle cantine e dai freezer dopo vent’anni di batoste e di vergogne infinite del loro partito, che si chiami pdmenoelle o Sel, non c’è differenza”. Dopo l’attacco a Rodotà, ce n’è anche per Vendola (“E’ tornato in grande spolvero il supercazzolaro che non sa nulla né di Ilva, né degli inceneritori concessi alla Marcecaglia”) e per Bersani: “C’è poi lo smacchiatore di Bettola in grande forma che spiega, con convinzione, che la colpa del governo delle Larghe Intese è del M5S quando il pdmenoelle ha fatto l’impossibile per fottere prima Marini e poi Prodi e non ha neppure preso in considerazione Rodotà”, scrive Grillo. “Questo ha perso più battaglie del general Cadorna a Caporetto e ci viene venduto da Floris come Wellington a Trafalgar”. Uno dopo l’altro, vengono presi di mira tutti: “Renzie, lo statista gonfiato, imperversa con le sue ricette e le critiche al M5S su tutti i canali televisivi preda di compiacenti cortigiane come la Gruber”. “Persino Topo Gigio Veltroni – continua Grillo – è stato riesumato per discettare delle elezioni, forte della sua esperienza di averle perse tutte, ma proprio tutte. E poi c’è la claque, quella cattiva e quella buona, quella che attacca a testa bassa, la cui esponente è la Finocchiaro che vuole fuorilegge il M5S, accampata in Parlamento da 8 legislature, e quella buona, alla Pippo Civati, che non ha fatto i nomi dei 101 che hanno affossato Prodi, che vive in un partito che succhia da anni centinaia di milioni di finanziamenti pubblici, ma però è tanto buonino”. Tutti questi, conclude Grillo, sono “maestrini che vedono la pagliuzza negli occhi del M5S, pagliuzza che spesso non c’è neppure, e non hanno coscienza della trave su cui sono appoggiati”.