Anche i partiti potrebbero essere costretti ad un corposo dimagrimento. Ovvero, ad una rigorosa spending review. Già di per sé, le loro casse non sembrano particolarmente rigogliose. Ma, di recente, si è innescato un processo che per i loro conti potrebbe rivelarsi particolarmente pericoloso. Ovvero, l’abrogazione del finanziamento ai partiti sembra essere entrato nelle corde di tutte le forze politiche. Se, inizialmente, si trattava di una semplice bandiera del Movimento 5 Stelle, adesso anche i più moderati si sono convinti del fatto che, se non si procederà con l’eliminazione dei sussidi pubblici, l’antipolitica potrebbe montare a livelli insostenibili. A farne le spese, tuttavia, potrebbero essere, prevalentemente, ancora una volta i lavoratori. Sicuramente, andrà a finire in questa maniera per il Partito Democratico. Il suo tesoriere, Antonio Misiani, deputato, ha fatto sapere che se effettivamente finanziamenti saranno aboliti così come prevede un’intesa raggiunta a livello governativo tra i partiti che compongono la strana maggioranza, 180 dipendenti dovranno essere messi in cassa integrazione. Il tesoriere, parlando con i dipendenti, ha detto che l’operazione si renderà «inevitabile»



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