Il tetto c’è ed è di 61 milioni di euro, quindi un terzo in meno dell’attuale finanziamento attuale, ma solo “se tutti decidessero di dare soldi ai partiti”. Con queste parole Gaetano Quagliariello, ministro per le Riforme, replica alle accuse avanzate dal Movimento 5 Stelle sul ddl per l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, definito dai grillini una “truffa” perché in vigore solamente dal 2017 quando terminerà l’erogazione del rimborso già previsto per le elezioni di quest’anno. I partiti, si legge quindi sul blog di Beppe Grillo, “saranno aiutati con servizi come sedi, bollette telefoniche, spazi televisivi. Quindi i partiti dal 2017 non gestiranno più soldi? Illusi”. Ciascun contribuente, infatti, “può destinare il due per mille della propria imposta sul reddito (IRE) a favore di un partito” e “i fondi non espressamente attribuiti dai privati attraverso l’opzione del due per mille, saranno distribuiti ai partiti proporzionalmente alle somme stanziate in via esplicita”. L’importo totale a disposizione dei partiti, recita ancora il post, “potrebbe addirittura aumentare. Il finanziamento esce da una parte e entra dall’altra. I soldi dei cittadini continueranno ad arrivare e i partiti a mangiare. Il M5S ha mantenuto fede alle promesse elettorali e ha rinunciato completamente ai 42 milioni di soldi pubblici che gli sarebbero spettati. I partiti non sono riusciti a fare altrettanto”. Questa, concludono i deputati grillini, è una “legge-truffa, una presa in giro per i cittadini che continueranno a pagare per far campare i partiti”.