Il neo capogruppo dell’M5S alla Camera ha rilasciato un’intervista a Il Corriere della Sera, firmata da Alessandro Trocino, in cui ha precisato alcune tra le più controverse questioni che, negli ultimi giorni, hanno riguardato il suo partito. A partire dagli insulti di Grillo a Rodotà (ottuagenario miracolato dalla rete). Nuti ha fatto presente al giornalista che è strano che c’è chi ancora si stupisce per il linguaggio del comico genovese. E, in ogni caso, la stima dei 5 Stelle nei confronti di Rodotà resta. Tant’è vero che sarà nuovamente candidato. Lo stesso vale per la Gabanelli. Che, nonostante la famigerata puntata di Report in cui faceva domande scomodo e Grillo e Casaleggio, resta una brava giornalista. A Trocino che gli faceva presente che l’impressione è che chiunque mostri un’opinione leggermente differente dall’ortodossia grillina, anche tra i parlamentari del movimento, diventa una mela marcia da far cadere e buttare, Nuti ha replicato: «nel Movimento ognuno può esprimere liberamente la sua opinione. Ma non può andare contro lo Statuto, la Carta di Firenze e il codice di comportamento». Poi, ha ribadito che chiunque può parlare, ma dentro le regole dell’M5S. Secondo Nuti, tuttavia, chi si «ostina» a parlare lo stesso fuori dalle regole non è da considerarsi un dissidente, ma un disinformato. Ovvio domandarsi, come fa Trocino, che fine facciano i disinformati. ««Uno all’inizio ci parla. Una, due, tre volte. Noi in questo siamo quasi masochisti, parliamo, parliamo. Poi, se non lo capisci, figlio mio, amen. Ci siamo visti. Restiamo amici». Sarà la fineche spetterà al grillino dissidente Tomamso Currò? «È uno che ha detto che il nostro Movimento deve diventare partito. Libero di dirlo, ma deve anche chiedersi: sono finito nel posto giusto? Se non è così, non posso costringerlo a restare». Quando il giornalista gli chiede: E se lui vuole restare? Espulsione? «Democrazia – risponde Nuti – non è anarchia».E, conclude Nuti, di disinformati, ce ne sarebbero almeno una decina.