Per la prima volta i parlamentari del M5S disubbidiscono ai capi, Grillo e Casaleggio, e in modo curioso l’argomento della rivolta sono i soldi, quelli tanto criticati quando si parla di casta e costi della politica. In un documento sottoscritto dai due leader Grillo e Casaleggio nei giorni scorsi si suggeriva ai parlamentari eletti nelle fila del M5S di dare praticamente in beneficenza, a delle onlus, la cosiddetta diaria e cioè le spese che si possono considerare superflue (quelle per i collaboratori non utilizzati, rimborsi per il taxi e il telefono e quant’altro compreso il risparmio sui ristoranti, a frotne di quanto viene loro concesso). Così dicevano i due leader: “I parlamentari devono percepire solo 5.000 euro lordi di indennità e ogni altro rimborso relativo a spese effettivamente sostenute rendicontate periodicamente. La differenza dovrà essere destinata al fondo di solidarietà”. Come si sa i grillini eletti hanno già rinunciato a metà dello stipendio lordo, passando da 10mila a 5mila euro al mese), la cosiddetta indennità di mandato cosa peraltro che risultava scritta e sottoscritta nel regolamento cinque stelle per ogni parlamentare eletto. Ma non si era parlato della diaria. Ieri dunque si è tenuto il classico referendum online come da tradizione grillina e i parlamentari cinque stelle dicono di no ai loro capi: decidiamo noi. Hanno votato in tutto 132 parlamentari su 163 e di questi il 48% dice che deciderà lui come e cosa fare della diaria, mantenendole per sé completamente e limitandosi a rendicontare quello che spenderanno.