Tra evidenti tensioni e qualche sorpresa, si è conclusa la prima giornata di votazioni per le presidenze delle Commissioni parlamentari dopo l’intesa raggiunta tra Pd, Pdl e Scelta Civica. Un’intesa rispettata però solo in parte, visto che in Commissione Giustizia al Senato è stato deciso di bocciare l’elezione di Nitto Palma, il candidato del Pdl che il Partito Democratico proprio non riesce a digerire. “Non abbiamo nessuna pregiudiziale sul fatto che sia una personalità del Pdl a presiedere la commissione Giustizia – ha chiarito la senatrice democratica Rosaria Capacchione – soltanto ci aspettavamo, dal momento che si tratta di una commissione importante, che il Pdl ci facesse un nome che potesse essere condiviso”. Dura la reazione del Pdl: “Quanto accaduto è inaccettabile”, ha commentato Maurizio Gasparri. “Bersani e Zanda mettano in riga i propri senatori o li sostituiscano con i principali esponenti del Pd a Palazzo Madama. È chiaro ora a tutti chi viola i patti e chi li rispetta. Il Pdl è un partito serio. Il Pd è il regno del caos”. Sull’altro fronte, intanto, resta ancora da sciogliere il nodo sulle commissioni bicamerali, vale a dire il Copasir (servizi segreti) e la Vigilanza Rai che il Movimento 5 Stelle richiede a gran voce. Di norma queste cariche spettano all’opposizione, quindi i grillini intendono far chiarezza: “Anche solo immaginare di dare le presidenze che ci spettano a Sel e Lega – ha scritto ieri Vito crimi, capogruppo M5S al Senato -, significa tentare di fare un Gran Premio facendo correre gli avversari con il muletto, ma il risultato non sarebbe tagliare il traguardo, bensì schiantarsi contro le tribune alla prima curva seria, essendosi privati dei freni”. Abbiamo commentato quanto accaduto con Fabrizio D’Esposito, firma politica de Il Fatto Quotidiano.



Cosa ha pensato al termine della prima giornata?

Che il grande “inciucio” si è ormai trasferito sul cosiddetto terzo anello: il primo riguardava la nomina dei ministri, nel secondo abbiamo visto la corsa per accaparrarsi le poltrone di sottogoverno e al terzo ecco invece le presidenze delle Commissioni. Oltre al fatto che abbiamo visto rientrare dalla finestra alcuni personaggi precedentemente esclusi dalla squadra dei ministri, ci sono dei paletti che il Pd, pur nella foga di dover giustificare a tutti i costi le larghe intese con il Pdl, deve comunque mettere per salvare la faccia.



Uno di questi riguarda proprio Nitto Palma alla Giustizia…

Esatto, ed è uno di quei punti su cui Berlusconi ovviamente non ha intenzione di mollare. Francamente credo che affidare la Commissione Giustizia a Palma, colui che andò a recuperare Cosentino dopo che questo fuggì con le liste, rappresenti il punto di non ritorno di questo inciucio.

Dov’è quindi la soluzione?

E’ difficile al momento fare previsioni. Il Pd ha mollato su parecchie cose ma sa perfettamente che con questa nomina supererebbe ogni decenza. Il vero problema, però, è che non esiste un nome del Pdl che non pensi che Berlusconi sia un perseguitato della giustizia, quindi trovare un nome condiviso, come dice il Pd, non sarà affatto semplice.



C’è poi il capitolo telecomunicazioni.

Anche questo è un punto cruciale su cui Berlusconi si gioca il futuro delle sue aziende. Sembra però che almeno su questo sia stato già trovato un compromesso: alla fine, come previsto, non è andato Paolo Romani, ex ministro berlusconiano, ma un ex An come Altero Matteoli. Francamente faccio molta fatica a vedere una gran differenza tra i due, anche perché Matteoli è ormai diventato di fatto un berlusconiano.

Secondo lei una mancata intesa su un tassello fondamentale come la giustizia potrà creare problemi al governo?

Non credo. Senza dubbio la stabilità di questo governo vacillerà di fronte a tutti gli scossoni che in futuro arriveranno su alcune materie delicate, come questa più recente della giustizia o come il pressing di Berlusconi sull’abolizione dell’Imu, ma sono dell’idea che almeno per i prossimi 3-4 mesi questo esecutivo dovrà andare avanti. Dopo l’impegno preso con Napolitano sulla sua rielezione, non credo che Berlusconi possa adesso condizionare questa partita. Potrà decidere di farlo comunque, questo è certo, ma dovrà anche assumersene la responsabilità.

Come giudica le proteste del Movimento 5 Stelle riguardo Copasir e Vigilanza Rai?

Bisogna effettivamente dire che il M5S non ha poi torto quando dice di rappresentare la vera opposizione, visto che Sel e Lega si sono inizialmente presentati insieme ai partiti che oggi governano. Non che la loro sia una finta opposizione, ma nessuno può negare che vi sia un legame tra Berlusconi e Maroni, come anche tra Vendola e il Pd, prima rappresentato da Bersani. I grillini quindi, dato che si tratta di cariche che devono andare a esponenti dell’opposizione, giustamente rivendicano queste poltrone.

 

(Claudio Perlini)