“La forma di organizzazione del consenso da parte di Grillo è la stessa del Fascismo, del Nazismo, dello Stalinismo e dei grandi regimi totalitari. Tutto si basa sul fatto che il leader sia infallibile, nel momento in cui si ammette che possa avere commesso un errore l’intera impalcatura crolla”. Ad affermarlo è il professor Paolo Pombeni, politologo dell’Università di Bologna, che commenta così l’invito ad andarsene rivolto da Grillo alla senatrice Adele Gambaro dopo che quest’ultima lo aveva criticato.



E’ normale che in un partito chi critica il leader sia messo alla porta?

E’ normale in un partito-setta, com’è il Movimento 5 Stelle che se perde questa caratteristica “settaria” va in grande crisi. L’M5S si fonda sull’idea che ci sia un messia, e se quest’ultimo sbaglia per definizione non è più il messia.



Quale evoluzione vede nel Dna del M5S?

Nel Dna del M5S sta cambiando il fatto che, come sempre succede in questi fenomeni all’inizio, una parte delle persone che hanno aderito non hanno compreso la vera natura del movimento. Non hanno cioè realizzato fino in fondo che si trattava di una realtà “messianica”, pensavano che fosse un soggetto politico più o meno come gli altri in cui fosse possibile criticare il leader. In un normale partito il leader può anche essere cambiato, in questi movimenti invece no.

Ritiene che il caso di Grillo abbia dei precedenti dal punto di vista storico?

Sì, quanto ho descritto prima è lo stesso che è successo nel Fascismo, nel Nazismo, nello Stalinismo e in molti altri casi storici. Laddove il partito si dota di una struttura, il dissenso può essere discusso senza aprire lacerazioni. Se c’è un congresso, quanti criticano il leader possono anche essere condannati o espulsi. In un movimento che invece non ha queste strutture ma soltanto il web, qualsiasi dissenso si risolve in una zuffa online. Quando uno critica, occorre subito rovesciargli addosso tonnellate di altre opinioni. Il web conta i numeri in modo diverso dalle elezioni politiche, perché nei sondaggi online si dà per presupposto che la maggioranza in un determinato sito rappresenti la maggioranza di tutti gli elettori. E’ un fenomeno tipicamente totalitario, in quanto assume la parte per il tutto.



Non le sembra di esagerare quando accosta l’M5S al nazismo?

Ovviamente non voglio dire che l’ideologia di Grillo sarebbe in qualche modo simile a quella nazista, né tantomeno mettere i due fenomeni in relazione per dire che i grillini sarebbero nazisti. E’ il meccanismo di funzionamento del M5S a essere uguale a quello di Fascismo, Nazismo e di tutti i movimenti messianici. Il problema riguarda il modo di organizzazione del consenso, che si basa su una guida che poi può essere chiamato Fuhrer, Duce o in qualsiasi altro modo, ma che per definizione ha sempre ragione. Grillo ha intitolato il suo post sulla Gambaro “Quando uno vale niente”.

 

Che cosa ne pensa di questa espressione?

Rientra nella delegittimazione dell’avversario, che è una delle due opzioni che si presentavano di fronte a Grillo. Il vero leader messianico può sempre giocare la carta del perdono, a partire dal presupposto che chi lo critica non capisce ma un giorno tornerà alla “casa del Padre”. Un leader messianico non autentico invece deve assolutamente tamponare la falla di una critica, e il metodo alla fine è sempre quello cui si ricorreva nella vecchia Unione Sovietica. Quanti criticavano il Partito Comunista Sovietico erano “pazzi” e andavano internati nel manicomio criminale. Grillo per fortuna non è arrivato a tanto, ma anziché chiudere la Gambaro in manicomio l’ha dichiarata pazza sul web.

 

(Pietro Vernizzi)