“Vedendo il successo dei matrimoni in Italia, con le separazioni e divorzi che aumentano tutti gli anni, pensavo che non ci fosse l’esigenza di imborghesimento da parte dei gay”. Questo il commento di Daniela Santanchè sulle nozze tra persone dello stesso sesso. L’esponente del Pdl, intervenuta nel corso della trasmissione “Un giorno da pecora” su Radio2, ha anche sottolineato di aver “sempre combattuto usi e costumi di una borghesia che ci voleva tutti in doppiopetto e tutti sposati, per cui oggi mi stupisco che gli omosessuali si imborghesiscano al punto da volersi sposare”. Poi, parlando del futuro del partito, ha escluso l’ipotesi di un leader donna: “Non penso ad una donna, penso a Berlusconi”. Queste recenti dichiarazioni giungono dopo quelle rilasciate sempre durante “Un giorno da pecora” circa due settimane fa, quando la Santanchè affermò chiaramente di non credere “che i gay si vogliano sposare”. La deputata, commentando la proposta sui matrimoni omosessuali avanzata dai colleghi di partito Bondi e Galan, ha infatti spiegato che al momento non sembra esserci “questa necessità”, aggiungendo di essere d’accordo sul fatto che “tutti abbiano gli stessi diritti, per i diritti individuali ma non per quelli di coppia”.