E’ la Rai il vero finanziamento pubblico ai partiti e, senza la tv di Stato, gli schieramenti politici scomparirebbero nel giro di una settimana. Lo scrive Beppe Grillo sul proprio blog, da cui torna all’attacco del governo Letta e del Parlamento. Di finanziamento pubblico ai partiti non si parla più, scrive il leader M5S, è un argomento che ormai “è scomparso dalle scene, dalle prime, seconde e terze pagine dei giornali”. Eppure, aggiunge, le vere risorse a disposizione dei partiti non sono rappresentate dai “46 milioni di euro trattenuti dal pdmenoelle”, né dai “38 trattenuti dal Pdl”, ma dalla Rai. Infatti, scrive ancora Grillo, “la cosiddetta televisione pubblica è, come sanno anche gli uscieri di via Teulada, in realtà proprietà dei partiti. Propaganda gratis a spese di chi paga il canone e di tutti i contribuenti italiani che hanno, grazie alle loro tasse, ripianato la perdita di 200 milioni di euro del 2012. Senza questa Rai i partiti si estinguerebbero in una settimana” e “il cielo diventerebbe sempre più blu”. Il costo della Rai, quindi, “dovrebbe essere addebitato integralmente ai tesorieri di partito. E’ il loro megafono, la loro ragione di esistenza. I telegiornali sono consigli per gli acquisti per il partito di riferimento. Ogni giornalista che si rispetti ha il suo partito di riferimento, la sua stella polare. Se lavori in Rai non puoi essere un giornalista libero e se sei un giornalista libero non puoi lavorare in Rai. La Rai è, di fatto, un finanziamento occulto ai partiti che la usano come strumento di consenso. Se la usano, allora se la paghino”. La Rai, conclude quindi Grillo, “va scissa con un taglio netto dai partiti, come un nodo gordiano. La Rai è la prima responsabile del coma assistito in cui versa il Paese. La rivoluzione passa obbligatoriamente da qui. Pillola rossa o pillola blu? Di Matrix a pagamento ne abbiamo pieni i c…oni”.



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