Ciclicamente Forza Italia sembra sul punto di essere riesumata. Poi non se ne fa nulla. Gli eventi e le circostanze, finora, hanno sempre condotto alla preservazione del Pdl. Che, dato in procinto di svanire nel nulla, è attualmente al governo. C’è, almeno, in parte. La quota rimanente, specie i cosiddetti falchi, scalpitano e strepitano per tornare alle origini e abbandonare gli Alfano, i Lupi, i Quagliariello e tutte le altre colombe al loro destino. Che potrebbe essere quello di confluire in una sorta di post-neo-Dc. Abbiamo parlato di tutto ciò con Vittorio Sgarbi.



Il ritorno a Forza Italia è un’ipotesi verosimile?

Non può rinascere una cosa che è morta. In compenso, il Pdl è in un’agonia mortale. Tra un morto e un agonizzante, è più rassicurante il primo. Almeno, sei sicuro che è morto. Il Pdl va sparendo, ed è ormai privo di caratteristiche riconducibili ad An, salvo qualche frammento superstite; è evidente, quindi, che molti tra coloro che hanno partecipato alla nascita di Forza Italia abbiano nostalgia di quella fase “eroica”. Avviandosi il Pdl alla sparizione, auspicano un processo di rimessa in vita artificiale di Forza Italia. Si tratta della memoria di qualcosa che ha sortito capacità di seduzione che il Pdl non ha mai avuto. Chi, invece, non fa parte dei fondatori ma spera nel ritorno alle origini, come la Biancofiore o la Santanché, semplicemente immagina Forza Italia con l’aspetto e la giovinezza di quel tempo.



Non sarà che buona parte dei falchi (tranne la Biancofiore che è sottosegretario) non hanno digerito di essersi particolarmente spesi per la campagna elettorale ma di non essere andati al governo?

Non credo che il problema sia personale. Si rendono conto che non c’è futuro e, siccome non hanno fantasia, invece che pensare a cose nuove, a fronte della sparizione pensano a qualcosa che corrisponda ai tempi d’oro.

Perché, in ogni caso, crede che il Pdl sia così agonizzante?

Il Pdl è Berlusconi. E Berlusconi, è oggettivamente più vicino alla morte di chi è più giovane. Quando parlo di Pdl agonizzante, ne parlo in termini fisiologici, quindi. Quindi: sia che Berlusconi muoia politicamente, laddove lo facessero fuori con le sentenze, sia che muoia fisicamente, perché può capitare a chiunque abbia un’età matura, il Pdl sparisce.



Chi, attualmente, è al governo e la parte più moderata del Pdl potrebbero confluire in una sorta di nuova Dc?

Il governo non è targato Pd-Pdl, ma Pd-Berlusconi. Chi ne fa parte, quindi, è lì per conto dell’ex premier, il quale non potendo farne parte, ha mandato i suoi rappresentati. Si tratta di “figurine”, persone di assoluta modestia, che sono lì come comparse.

 

Quello che vuole, ma perché non dovrebbero cambiare partito?

L’unica possibilità, tutt’altro che da escludere, è che Renzi si candidi alle prossime elezioni e che parte del Pdl decida di sostenerlo apertamente. Il sindaco di Firenze diventerebbe così il punto di congiunzione tra il Pd e parte dell’ex Pdl.

 

Cosa farà Berlusconi?

Tutto quello che fa è ispirato da una certa furbizia maturata negli anni che non potrà prevalere quando e se sarò condannato in definitiva per il caso Mediaset, o in primo grado per il processo Ruby; esattamente come prima della campagna elettorale, quando disse che non si sarebbe candidato e, una volta condannato in primo grado nell’ambito del processo Mediaset indisse una conferenza stampa per dire che avrebbe fatto il contrario. Finora, quindi, non è in grado di assumere una scelta definitiva. Si orienterà a seconda delle reazioni che gli susciteranno le decisioni della magistratura che, indubbiamente, porteranno degli effetti imprevisti sulla sua psiche. Quel che è certo è che, se condannato riaprirà una lotta senza quartiere. 

 

(Paolo Nessi)