Non è del tutto chiaro cosa intendesse dire. Sta di fatto che l’ex capogruppo del Movimento 5 Stelle a Palazzo Madama, Vito Crimi, dicendosi del tutto d’accordo con Beppe Grillo che ha definito il Parlamento impotente, ha fatto sapere che non esclude gesti eclatanti, riferendosi, probabilmente, ad un’occupazione delle Camera, come già è stata fatta in passato. Nel frattempo, il caso della senatrice Adele Gambaro, che si era detta convinta del fatto che il vero problema del partito fosse proprio Beppe Grillo, continua ad acuire le tensioni interne al movimento. I 5 Stelle sono spaccati tra chi vorrebbe la sua immediata cacciata e chi cerca di mediare e far rientrare tutto. In particolare, le cosiddette colombe avrebbe cercato, nell’incontro di oggi, di sedare gli animi di coloro che, nella riunione che si terrà lunedì prossimo sono intenzionato a dar vita alla resa dei conti. C’è, poi, chi spera che la cacciata della senatrice possa rappresenta l’occasione più propizia per stanare tutti i dissidenti. «Sappiamo con certezza che c’è in atto una compravendita morale e politica dei nostri parlamentari ad opera di persone esterne al Movimento», dichiara, infine, tanto per gettare benzina sul fuoco, il capogruppo alla Camera Nuti, aggiungendo: «Abbiamo ogni giorno il coraggio di fare i nomi del malaffare in aula, non avremo timore di fare i nomi di chi, da tempo fuori dal MoVimento, tenta di colpirlo per antichi rancori e oscuri interessi». Questo vale anche coloro che indagano «su quanti soldi pubblici spetterebbero loro in caso di formazione di un nuovo gruppo».