L’ordine dei giornalisti è inutile, va abolito. Il Movimento 5 Stelle torna all’attacco e propone una vera e propria rivoluzione nel mondo dell’informazione, presentando un disegno di legge, sottoscritto da 53 senatori tra cui anche l’ex capogruppo a Palazzo Madama Vito Crimi, in cui chiede l’abrogazione della legge n. 69 del 3 febbraio 1969 sull’ordinamento della professione di giornalista. L’ordine, si legge nel testo, è una “struttura rivelatisi inadeguata ai cambiamenti e alla dinamicità tipici di una professione in rapida evoluzione”. Inoltre “la professione viene percepita all’esterno come una realtà chiusa” e “le trasformazioni avvenute nel campo dell’informazione e dai mass media dal 1963 ad oggi postulano la necessità di liberare energie che rafforzino la garanzia democratica già presidiata dall’articolo 21 della nostra carta costituzionale”. Dunque, l’abolizione dell’ordine risolverebbe la “situazione complessa di quanti non essendo giornalisti professionisti svolgono l’attività giornalistica non occasionale e retribuita”, e la “insostenibile situazione di precariato con cui molte migliaia di giornalisti sono costretti a convivere ogni giorno”. La proposta 5 Stelle dovrà però inevitabilmente scontarsi con quanto sostengono a riguardo gli altri schieramenti, a cominciare dal centrosinistra che ha recentemente presentato un disegno di legge, proposto dalla deputata Daniela Sbrollini, per riconoscere l’esistenza e l’attività dei giornalisti freelance: questi, secondo la democratica, dovrebbero essere quindi riconosciuti come “segmento particolare nell’ambito di coloro che esercitano la professione giornalistica”. Difficile capire se la proposta dei grillini – che, non è un mistero, mal sopportano il mondo dell’informazione giornalistica tradizionale – potrà trovare una adeguata maggioranza in parlamento visto che, da un lato, sono numerosissimi i giornalisti presenti nell’emiciclo e, dall’altro, i parlamentari pentastellati non si sono mai distinti per doti di diplomazia, mediazione e polarizzazione del consenso. Insomma, il ddl dovrà essere accettato così com’è in una sorta di “voto di fiducia” sui generis, pena ovviamente l’accantonamento. Vito Crimi ha sempre stigmatizzato la resistenza dei partiti tradizionali alle proposte del Movimento e anche su questo tema, che tocca un punto fondamentale per la vita democratica del paese e si è già rivelato essere problematico in passato (ma l’emergenza di una voce chiara sul punto è riconosciuta da più parti) anche “insospettabili”. Come quelle de Il Giornale di Berlusconi. Vittorio Feltri da anni sostiene la necessità di abolire l’Ordine e recentemente si era addirittura rivolto a Beppe Grillo in tal senso. Forse questa volta i grillini non grideranno allo scandalo se qualcuno la pensa come quel “delinquente matricolato” di Feltri…



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