Il 17 giugno è un giorno cruciale per il Movimento 5 Stelle e, forse, per l’intera politica italiana. Le sorti di Adele Gambaro, la senatrice che ha “osato” criticare il leader Beppe Grillo, saranno affidate all’assemblea congiunta tra deputati e senatori 5 Stelle, pronti a “valutare la proposta di cessazione dell’appartenenza al gruppo parlamentare, da sottoporre successivamente al voto decisivo della rete, cui spetta l’ultima parola”. L’eventuale allontanamento, però, potrebbe spingere decine di parlamentari a fare fagotto e abbandonare un progetto che sta facendo acqua da tutte le parti. Grillo urla e minaccia, ma in molti, ormai, non lo ascoltano più. Se però lunedì qualcuno si azzarderà a votare contro la proposta di affidare alla Rete l’espulsione, violerà “un principio fondamentale del movimento. Più che mettersi fuori dal movimento, è più giusto dire che ne dovrà trarre le conseguenze”. A dirlo è l’ex capogruppo M5S al Senato, Vito Crimi, uno degli ortodossi, amico personale di Gianroberto Casaleggio. Insomma, la campagna di epurazione del dissenso ha preso il via e nessuno la potrà fermare. “Il motivo è chiaro – ha aggiunto Crimi – Chi vota contro dimostra di volersi sottrarre al giudizio della Rete. E quindi sceglie di non essere portavoce di chi ci ha individuati come candidati, cioè la Rete”. Abbiamo analizzato l’intera situazione insieme a Mauro Suttora, redattore di Oggi ed editorialista del New York Observer.
Crede che il Movimento 5 Stelle si stia davvero spaccando?
Difficile da dire adesso, però bisognerebbe effettivamente chiedersi se tra 3 mesi esisterà ancora oppure se riuscirà ad andare avanti per altri 20 anni in questo modo, praticamente come ha fatto la Lega. Il caso di Adele Gambaro potrebbe essere davvero la scintilla capace di far esplodere tutte le contraddizioni interne, ma non mi sembra che l’avventura 5 Stelle sia a un passo dal finire.
C’è chi dice che Grillo sia esasperato dalle continue lotte intestine e che voglia abbandonare il progetto. Cosa ne pensa?
Non credo che questo possa accadere, anche perché sono ormai dieci anni che Grillo si dedica alla politica e da 20 che invece affronta tutti i temi di cui oggi parla sul proprio blog e nelle piazze. L’unica cosa certa è che i grillini, con la stessa rapidità con cui hanno fatto registrare il “boom” iniziale, adesso rischiano di scomparire. Per quanto riguarda eventuali addii, invece, vedo più probabile l’allontanamento volontario di Gianroberto Casaleggio.
Come mai?
Perché in più occasioni lui stesso ha detto chiaramente di voler mollare, ribadendolo anche in un comizio elettorale prima delle politiche a Roma. In questi anni Casaleggio ha avvertito spesso la voglia di fare un passo indietro, ma alla fine ha sempre rinunciato perché c’era Grillo a dissuaderlo, e viceversa. E’ indubbio, comunque, che Casaleggio stia adesso dimostrando una enorme fragilità.
Da quale punto di vista, in particolare?
Sono passati anni da quando ha promesso una piattaforma online su cui la “base” del Movimento avrebbe potuto prendere tutte le decisioni, una promessa importantissima per tutti i grillini che sognano da sempre una democrazia orizzontale nella rete. Da fuori non ci si rende conto di quanto sia fondamentale, per loro, il fatto che i parlamentari 5 Stelle siano solo i portavoce delle decisioni prese dalla rete. Il fatto che però ancora non ci siano gli strumenti tecnici per fare delle reali consultazioni con la base, sta portando rapidamente alla distruzione.
Quale crede sia attualmente l’umore di questa “base”?
Gli attivisti stanno continuando a dimostrare un grande orgoglio. Tenga presente che ci sono migliaia di persone che, negli ultimi anni, hanno dato l’anima e il sangue per questa causa attraverso riunioni, raccolte di firme e così via. Per molti, però, questo grande sogno si sta infrangendo e Grillo sta dimostrando di non essere il leader politico che tutti si aspettavano. Spero non finisca come alla fine degli anni Settanta, quando l’immensa delusione dei movimenti studenteschi si tramutò in violenza.
Vede possibile un futuro accordo con la sinistra per far saltare il governo di larghe intese?
Sicuramente non a breve termine, però tra qualche mese, se effettivamente si dovesse arrivare alla rottura definitiva, potrebbe anche accadere qualcosa del genere. A quel punto, però, probabilmente neanche la metà degli eletti grillini avrebbe il coraggio di lasciare il Movimento, quindi non so se riuscirebbero ad avere i numeri necessari.
A proposito di dissidenti, come giudica il comportamento di quei parlamentari che hanno deciso di schierarsi contro Grillo?
Sono semplicemente persone adulte che non hanno voglia di essere prese in giro. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la nomina del cosiddetto “gruppo di comunicazione” dell’M5S, nominato direttamente da Casaleggio, di cui fa parte per esempio Claudio Messora (smentito nei giorni scorsi sul caso Preiti dal pentito Luigi Bonaventura, ndr), un personaggio alquanto discutibile. Uno come lui è stato messo saldamente a capo dell’intera comunicazione del Movimento, fondamentale nella politica, mentre persone come Crimi, Lombardi o i nuovi capigruppo devono ruotare ogni tre mesi. Questo mi sembra davvero assurdo, ma le conseguenze le stiamo vedendo tutte.
Lunedì invece si vota per l’espulsione della Gambaro. Cosa prevede?
Al momento c’è una grandissima spaccatura tra deputati e senatori. I primi sono giovanissimi di 20-30 anni senza alcuna esperienza politica, neanche da consigliere di quartiere, quindi ovviamente si schierano dalla parte di Grillo. I secondi, invece, tutti ultraquarantenni con una testa e un cervello, sanno bene come stanno le cose e chiedono giustamente rispetto. Tuttavia, nonostante le innumerevoli polemiche, dibattiti e spaccature interne, spesso quasi comiche, finché gli altri partiti continueranno a comportarsi nel modo che stiamo vedendo, sono certo che il Movimento 5 Stelle continuerà ad essere votato da milioni di persone.
(Claudio Perlini)