Ancora non è chiaro se la riunione in cui si deciderà l’espulsione della senatrice Adele Gambaro sarà mandata in diretta streaming. Una trasparenza che molti vorrebbero, per una riunione indetta con tempi stranamente lunghi rispetto alla cacciata di Beppe Grillo via blog con un definitivo e definitorio “non vale nulla, se ne vada”. Un giudizio sulla persona, non sulle azioni che difficilmente potrebbe essere ribaltato. Una cosa è certa: se al Movimento 5 Stelle converrà politicamente, milioni di italiani potranno “spiare” tutto quello che accade all’interno dell’evento grillino. Se, invece, si riterrà che potrebbe risultare sconveniente, non conosceremo altro che le indiscrezioni che trapeleranno in seguito. E, le fonti, se saranno scoperte, saranno emarginate e considerate dei traditori come sin qui è accaduto. Del resto, era stato lo stesso deputato dell’M5S, Andrea Cecconi, ad ammettere, su Zapping 2.0 su Rai Radio Uno: «Lo streaming? Lo utilizziamo solo per le riunioni in cui diciamo cose che vogliamo far sapere: per quelle più strategiche invece lo evitiamo. Anche per non far conoscere i nostri segreti agli avversari». Fu così, per esempio, nella riunione in cui il movimento stabilì la linea da assumere in occasione delle consultazioni con Bersani. All’epoca era in ballo la nascita del governo, e non si era ancora del tutto esclusa la partecipazione dei grillini. Quella, tuttavia, non fu mai mandata in diretta. L’onorevole grillina Roberta Daga interpellata da cronisti, ebbe il coraggio di rispondere, forse con una certa ironia: «Lo streaming? Ce lo siamo dimenticato…». Non si dimenticarono, invece, di riprendere tutto ciò che accadde nel corso delle consultazioni con Bersani, quelle in cui ricevette una delle più cocenti umiliazioni della sua storia politica. Si ricorderà della Lombardi che lo rimproverò dicendo: «sembra di essere a Ballarò. Dite da 20 anni le stesse cose». L’M5S ci riprovò con Enrico Letta. Non gli andò altrettanto bene. Lo streaming fu un boomerang. I grillini presenti all’incontro, visibilmente imbarazzati, non seppero replicare a nessuna delle accuse del premier che riuscì ad esporli al pubblico ludibrio, accusandoli di incapacità e di assoluta ininfluenza: «vi siete congelati». Tra le riunioni più note, infine, che destarono il maggiore interesse del pubblico ma che non furono mandate in streaming, vi fu «l’adunata» in un casale tra le costa di Fregene e il lago di Bracciano. Dopo aver depistato i giornalisti, i grillini si videre in un incontro, ufficialmente, “puramente conviviale”. O ancora la riunione con Beppe Grillo in una delle aule del Parlamento durante la quale le telecamere erano rigorosamente vietate, e anche sui tweet è calata la mannaia di Roberta Lombardi, allora capogruppo alla Camera: con tanto di epiteto “odoroso”. O in ultimo il corso di aggionamento di comunicazione mediatica fatto con Casaleggio a Milano, insomma le cose più interessanti sono lontane dagli occhi dello streaming. Comprensibilmente. Stiamo a vedere se stavolta sarà diverso.



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