Bagarre in Aula, questa mattina, quando alla Camera dei Deputati il MoVimento 5 Stelle ha dato mostra di non aver nessuna intenzione di collaborare in merito alla discussione sul varo del decreto di legge sulle emergenze. Una presa di posizione ostruzionistica condivisa da tutti i deputati grillini intervenuti e culminata, persino, in una vibrante “denuncia” da parte del 32enne salernitano Angelo Tofalo, che ha accusato di “bullismo” il collega-antagonista di Scelta Civica Angelo Cera. “Cera ha detto ‘ti do un pugno che ti ammazzo’”, ha lamentato il giovane che, ritenendo il fatto “inaccettabile”, pretende che il suo non proprio angelico omonimo venga “cacciato o non so qui che succede”. E il pentastellato 27enne Carlo Sibilia ha rincarato la dose: “L’onorevole Cera ha detto a me ‘mezzo coglione’ e ad Alessandro Di Battista (blogger di Beppe Grillo e deputato del M5S per il Lazio, ndr.) ‘coglione intero'”. Dal canto suo, Cera, per nulla scosso dall’accaduto, ha raccontato a Repubblica.it, la sua versione dei fatti, ammettendo di aver pronunciato le parole “incriminate” ma precisando di essersi sfogato unicamente perché provocato: “Quello alto e grosso con la giacca bianca (dovrebbe trattarsi di Stefano Vignaroli, ndr.) si è avvicinato minaccioso verso Cesa (Lorenzo, segretario dell’UDC, ndr.) per un precedente intervento, ha inteso male qualche parola pronunciata da Cesa. Io gli ho detto ‘mo’ se non te ne vai t’appizzo un pugno che t’ammazzo”. Cera, poi, riprende l’accaduto su Facebook: “Sono contrario a qualsiasi forma di violenza e sono abituato a risolvere ogni questione sul piano esclusivamente dialettico”, scrive in un lungo post. E continua: “La mia è stata una reazione (verbale) dovuta alla preoccupazione nel vedere un parlamentare dei cinque stelle avanzare in maniera minacciosa verso l’onorevole Lorenzo Cesa. Al di là dei tentativi di strumentalizzazione da parte dei 5 stelle, certi personaggi dovrebbero rendersi conto che sediamo nel Parlamento della Repubblica italiana e non in un campo di battaglia. Questi signori cercano la rissa su ogni cosa, anche su questioni serie come il DDL emergenze. Che senso ha raggiungere un altro parlamentare andandogli incontro con un’aria così minacciosa? Non credo di averlo spaventato. Spero almeno con questa mia reazione di aver scongiurato l’aggressione dell’onorevole Cesa. E in quel momento era la cosa che mi premeva di più”. Poco dopo, il gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle della Camera si è difeso dalle accuse di ostruzionismo, con una nota che fa sapere che il loro non sia un voler opporsi a tutto a tutti i costi ma semplicemente “democrazia”.