Adele Gambaro, alla fine, è stata espulsa dall’Movimento 5 Stelle. Lo ha deciso l’insindacabile rete. La senatrice si era permessa di criticare Grillo per i suoi toni violenti, imputandogli la disfatta alle amministrative. Non è la prima e non sarà l’ultima ad essere cacciata dal movimento. A stretto giro, sono previste rappresaglie nei confronti dell’onorevole Paola Pinna, colpevole di aver denunciato la pesantezza del clima che si respira all’interno della formazione politica. Resta da capire se ai parlamentari grillini dissidenti, e sono almeno una quindicina, sarà riservato lo stesso trattamento. Nel frattempo, abbiamo fatto il punto sulla situazione con l’onorevole del Pd Pippo Civati, considerato tra i parlamentari democratici quello più vicino ai grillini e, paradossalmente, proprio per questo motivo preso da Beppe Grillo a pesci in faccia.



Il comico genovese l’ha accusata di aver cercato di comprare i parlamentari grillini, l’ha definita «un cane da riporto di Bersani», e ha aggiunto che il suo continuo contatto con i grillini «ha però prodotto un’osmosi, un processo di alterazione genetica in Pippo. Quando parla in televisione sembra uno del M5S»



Cosa ci vuole fare? Ci ho scherzato su… l’attacco mi sembra del tutto surreale, fuori bersaglio. Mi rimproverano cose che non ho mai fatto. A me, poi, che sono stato tra quelli che hanno avuto un atteggiamento il più rispettoso possibile nei confronti del loro dibattito.  

A proposito di dibattiti, cosa ne pensa di quelli che hanno preceduto le espulsioni?

Mi sono sembrati più “processuali” che congressuali, come dovrebbero essere quelli di una forza politica. Per fortuna, Grillo non mi può espellere dal Pd..

Perché se l’è presa proprio con lei?

Hanno un’avversione verso chi è loro maggiormente vicino e, di conseguenza, potrebbe influenzarli.



Con le compravendite?

Ma no, semplicemente con osservazioni e commenti più distaccati rispetto a quelli di chi è dentro, e che potrebbero condizionare il loro dibattito. Il tema della democrazia interna all’M5S, per esempio, si sposa con il collocamento del partito. Deve decidere se continuare ad attaccare tutto e tutti, compreso il Parlamento e tutte le altre istituzione che rappresentiamo, o se avviare un dibattito su contenuti che, magari, non riguardino il governo ma che possano nascere proprio nell’Assemblea legislativa.

Perché in questa fase sono partite le espulsioni a raffica?

Grillo vuole “chiudere” il suo movimento, definirne i contorni e i confini, e allontanare tutti i dissidenti. E’ stata proprio questa la critica che ho mosso nei loro confronti, e che sta creando così tanti problemi.

Eppure, non pensa che le espulsioni a raffica siano strategicamente e mediaticamente poco convincenti?

Non è mio compito mettermi a fare i processi alle intenzioni. Quel che è certo è che il risultato alle amministrative non ha confortato Grillo il quale, di fronte ai suoi elettori che gli chiedono qualcosa di nuovo, sta reagendo male.

I “suoi” elettori?

Da riferimento culturale generico, è diventato a tutti gli effetti il capo del movimento.

Crede che l’M5S rischi una scissione?

Attualmente, no. Di certo, se Grillo continua a buttare fuori la gente, la scissione la crea lui.

Crede che i rapporti tra Pd e M5S potranno evolvere?

Auspico che il dibattito diventi meno rancoroso e arrabbiato. Anche tra di loro. Anche perché, francamente, si fa fatica a capire cosa vogliono esprimere. Detto questo, un’alleanza mi pare, attualmente, inverosimile: ci stanno facendo ostruzionismo a oltranza e hanno toni pesantissimi con tutti, me compreso. Si può sperare, caso mai, in una collaborazione sui contenuti che consenta l’uscita da questa contrapposizione fine a se stessa. 

 

(Paolo Nessi)