Josefa Idem, il ministro dello Sport finito nella bufera per non aver pagato quattro anni di Ici e per aver indicato una palestra come prima abitazione, non ha intenzione di dimettersi. “Vorrei spiegare invece cosa è successo e prima di tutto capirlo io”, ha detto in un’intervista a La Repubblica. “Come qualunque cittadino, se ci sono state irregolarità pagherò con gli interessi. Non mi sono mai occupata personalmente della gestione di queste cose. Nella mia vita ho passato tre settimane al mese in canoa, dodici mesi l’anno”. Quella indicata come prima abitazione, chiarisce ancora il ministro, “non è una palestra. Bisogna prima di tutto concentrarsi sul fatto che io sono un’atleta, e mio marito è il mio allenatore. Mi sono sempre allenata a casa, in famiglia. Viviamo in provincia, vicino a Ravenna, lontano dai grandi impianti. Nella mia casa c’è sempre stata una palestra come in quella di un professore c’è una biblioteca. Abitavamo, fino al 2007, in una casa di mia proprietà, su due piani: al terreno un open space di circa 100 metri quadri attrezzato a palestra, al primo piano l’abitazione. Quando sono cresciuti i figli abbiamo avuto bisogno di una casa più grande e ce la siamo costruita. Appena pronta ci siamo trasferiti, ma io ho continuato ad usare la vecchia casa sia come palestra e, in alcune occasioni, come casa mia. In fondo lo era sempre stata”. Dopo aver ribadito la volontà di non dimettersi la Idem ha sottolineato che il premier Enrico Letta le ha “rinnovato la sua fiducia e questo mi ha fatto piacere”.



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