La Corte costituzionale ha dato ragione alla Corte d’Appello di Milano. Il conflitto di attribuzioni sollevato dalla presidenza del Consiglio contro la decisione di non riconoscere il legittimo impedimento per l’allora premier Silvio Berlusconi è infondato. Una sentenza che, secondo molti, è il preludio ad una condanna definitiva nell’ambito del processo Mediaset, con annessa detenzione di 4 anni (3 sono indultati) e 5 di interdizione dai pubblici uffici. Tutti si chiedono cosa intenda fare, a questo punto, Berlusconi. Certo, ieri ha detto che continuerà a sostenere lealmente il governo. Ma cosa dirà domani? E dopodomani? Lo abbiamo chiesto al direttore de Gli Altri e di Calabria Ora, Piero Sansonetti.



Cosa ne pensa della sentenza della Corte costituzionale?

La magistratura pretende che i suoi interessi prevalgano sempre su qualsiasi altro interesse, e questo è uno dei mali del nostro Paese. E’ impensabile che la discrezionalità dei giudici arrivi al punto da stabilire addirittura ogni quanto e quando si deve tenere il Cdm.



Però il calendario delle udienze era precedente alla fissazione del Cdm in questione.

Mica si possono programmare i Cdm. Solitamente, rispondono alle necessità contingenti. Ora, sappiamo entrambi che Berlusconi, probabilmente, ha usato le date dei Cdm per rendere il percorso processuale più difficile. Ma di questo, la Corte Costituzionale non si sarebbe dovuta occupare. Non avrebbe dovuto fare altro che pronunciarsi in maniera adeguata alle più elementari questioni di principio e ineccepibile dal punto di vista del diritto. Come è, invece, noto al suo interno ci sono maggioranze e minoranze. E, in questo momento, la maggioranza è particolarmente ostile a Berlusconi. Resta il fatto che per l’ennesima volta abbiamo avuto conferma di come non possiamo più dirci in uno  Stato di diritto, dove esistono tre poteri su un livello di parità, ma ce n’è uno che sovrasta tutti gli altri.



Michaela Biancofiore ha detto che intende fare ricorso in Europa. E’ verosimile?

Sono tra coloro che da sempre sostengono che nei confronti di Berlusconi sia in atto un accanimento giudiziario, ma le corti europee non possono certo intervenire nel merito di un conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato, né si può affermare che siano stati lesi i suoi diritti umani. Insomma, non c’entra nulla con il vero problema; non centra neppure la sparata di Gasparri che minaccia dimissioni di massa. Farebbero meglio tutti quanti a smetterla, invece, di essere succubi e terrorizzati, come lo sono da vent’anni, della magistratura.

Cosa dovrebbero fare?

Dovrebbero avere il coraggio di riformare la giustizia.

 

A questo punto, cosa succede? Berlusconi potrebbe far cadere il governo?

Diciamo che, per il momento, non gli conviene: stare in Parlamento, per lui, non è decisivo. E anche se interdetto potrebbe continuare a fare politica. Quindi, mantenere un atteggiamento sobrio e responsabile gli converrà parecchio, in termini di immagine. Tuttavia, come già ebbi a dire in passato, Berlusconi è imprevedibile e umorale. E ci sono altre sentenze che potrebbero far precipitare la situazione.

 

Cosa intende?

Beh la sentenza della Corte Costituzionale non è quella decisiva. A giorni, la Cassazione potrebbe confermare la sentenza della Corte d’Appello di condanna a 4 anni di carcere e 5 di interdizione dai pubblici uffici; non dimentichiamo che a breve è attesa anche la sentenza del caso Ruby; infine, dopo l’estate, potrebbe arrivare la sentenza definitiva della Cassazione sul processo Cir/Fininvest. Nel primo caso non potrebbe più mettere piede in Parlamento, nel secondo subirebbe un duro colpo all’immagine, nel terzo perderebbe definitivamente 564 milioni di euro.

Quindi?

Per Berlusconi sarà impossibile tenere fuori il fattore emotività dalle sue decisioni. Per esempio, ragionare con in tasca mezzo miliardo di euro in più o in meno fa una bella differenza. Quindi, le sue mosse risulteranno imprevedibili e diverse a seconda che subisca una, due, o tre condanne.

 

(Paolo Nessi)