Anche Beppe Grillo commenta le recenti dimissioni di Josefa Idem, la canoista ormai ex ministro per le Pari opportunità e lo Sport, finita nella bufera per non aver pagato quattro anni di Ici e per aver indicato una palestra come prima abitazione. La Idem ha pagato, scrive oggi il leader M5S sul proprio blog, ma “chi può scagliare la prima pietra? Chi nei partiti può giudicare la Idem?”. Di certo non Enrico Letta, alias “Capitan Findus”, che “ha incassato centinaia di milioni di euro di finanziamento pubblico contro un referendum contrario. Come si chiama questo? Scippo? Appropriazione indebita? Truffa?”, continua Grillo. Non possono neanche giudicarla “i giannizzeri dello psiconano in Parlamento, nominati da un condannato in secondo grado per frode fiscale a quattro anni di carcere e a cinque anni di interdizione dai pubblici uffici. Né la Lega di Belsito e della progenie di Bossi”. Secondo l’ex comico genovese, inoltre, ci sono in questa vicenda “due pesi e due misure intollerabili. La morale e l’etica ormai si pesano. Dipende dal soggetto che viene giudicato. Non voglio fare il difensore d’ufficio, anzi, della Idem, eletta per meriti sportivi come donna immagine di un partito che non ha più né immagine, né reputazione, ma infastidisce, irrita, ti fa incazzare l’ipocrisia di personaggi che hanno sequoie giganti nel fondo schiena che si chiamano Unipol e MPS e che si indignano per l’Ici della Idem”. Insomma, se l’ex ministro ha sbagliato “è giusto che paghi, i partiti osservino però almeno un dignitoso silenzio per non farci vomitare”, conclude Grillo.