“La storia della nipote di Mubarak? Sembrava una battuta alla Totò, un pasticcio all’italiana, facilmente verificabile, tra l’altro, nella sua grossolanità”. L’avvocato Gaetano Pecorella, difensore storico di Silvio Berlusconi fino a cinque anni fa, critica in una intervista al Corriere della Sera la linea difensiva seguita dall’attuale legale del Cavaliere, Nicolò Ghedini, nel cosiddetto processo Ruby. “Ecco, io dico che quando perdi un processo devi sempre chiederti dove hai sbagliato”, aggiunge Pecorella, secondo cui “la strategia difensiva, forse, sarebbe potuta essere diversa. Perché questo era un processo che andava tenuto completamente sotto tono, anche da un punto di vista mediatico. Bisognava tenersi lontanissimi da testimoni che potevano far nascere sospetti di possibili condizionamenti”. Proprio Ruby, spiega l’avvocato, non bisognava neanche sentirla: “Io sarei andato dal pm e gli avrei detto: ‘Guardi, è un fatto, abbiamo organizzato qualche festa, potrà essere stato sgradevole, ho sbagliato, lo ammetto…’”. Per quanto riguarda invece il reato di rapporto con una minorenne, questo “andrebbe graduato”, dice Pecorella: “Un conto è se vai con una quindicenne, un altro se vai con una ragazza che ha quasi 18 anni e che comunque lo fa di mestiere. Poi, la concussione per costrizione non ce la vedo proprio. Ma tutto questo è il prodotto del mettere insieme morale e diritto”. Poi conclude: “Per tutti gli uomini politici arriva sempre il momento di uscire di scena. Chi non coglie l’attimo rischia di fare la fine di Napoleone o di Mussolini”.



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