Dopo Berlusconi c’è Berlusconi. Per 20 anni, all’interno di Forza Italia, prima, e del Pdl, poi, è stato così. Ad ogni nuova occasione elettorale, l’ex premier reiterava se stesso, soffocando nella culla ogni leader nascente. Questa volta, nell’immaginare un successore, Berlusconi potrebbe non pensare più, semplicemente, a se stesso. Ma alla figlia Marina. Già un anno fa si era ipotizzato che la presidente della Mondadori prendesse in mano le redini del partito. Poi, non se ne fece nulla. Oggi, a poche ore della condanna a 7 anni di carcere e a all’interdizione perpetua dai pubblici uffici nell’ambito del caso Ruby, è Luigi Bisignani a rivelare che Marina sarebbe sul punto di assumere la guida della nuova Forza Italia 2.0. Sarebbe giù tutto pronto. L’erede starebbe persino prendendo lezioni di politica da Paolo Del Debbio. Abbiamo parlato di tutto ciò con Vittorio Sgarbi.



Cosa ne pensa di Marina Berlusconi alla guida del Pdl/Forza Italia?

La teoria è di Bisignani, un signore che viene definito, con disprezzo, faccendiere ma che, in realtà, si è occupato in maniera efficace di politica fino al ’93, quando c’era Andreotti; e che, poi, per i successivi 20anni non ha avuto più alcun potere, se non quello delle idee. Ebbene, la sua ipotesi , ha una logica. E’ un’intelligente opzione strategica, se consideriamo che stiamo parlando di una dinastia in cui l’erede non può che far parte della stessa famiglia. D’altro canto, Berlusconi, continua a prendere una marea di voti, pur non disponendo di una classe dirigente minimamente presentabile. Ora, o tutto finisce con lui, e il partito passa dal 25% al 10%, prendendo esclusivamente i voti inerziali di chi non vuol votare i comunisti, oppure si trova una soluzione pirotecnica. E questa è tale.



Come reagirebbe la sinistra?

Non cambierebbe assolutamente nulla. Considererebbe Marina alla stregua di Silvio. Non ci sarebbe alcun processo di pacificazione, né la ridefinizione dei due poli. Del resto, la colpa di Berlusconi, risiede nel fatto che, con le persone di cui si è circondato, ha ridotto la destra al nulla, salvo se stesso. Detto questo, stiamo parlando di qualcosa che non ha che fare con la realtà, la cui praticabilità è pari a zero, e che non rientra nelle intenzioni di Berlusconi, né della figlia.

Perché no?

Berlusconi ha ancora una battaglia da combattere. La condurrà da solo. Candidandosi, ancora una vota, alle prossime elezioni. Che dovranno essere il più possibile anticipate. Anzitutto, per sfruttare fino in fondo il sentimento che la sproporzione della condanna (non c’è parte lesa, Ruby non si è lamentata di nulla) ha generato nei i cittadini, tra i quali nessuno non può ritenere che la condanna sia esemplare perché l’imputato si chiama Berlusconi; inoltre, dovranno essere indette, ovviamente, prima che arrivi una condanna definitiva, con le relativa pena accessoria all’interdizione dai pubblici uffici. Berlusconi, quindi, sa bene che sarà necessario votare a tutti i costi entro ottobre.



 

A quel punto, cosa accadrà?

Se Berlusconi vince, sarà la volta buona che mette alle strette i giudici. Facendoli arrestare. Se, tuttavia, la sinistra candiderà Renzi, sarà il sindaco di Firenze a vincere. E Berlusconi sarà rottamato per via politica, e non giudiziaria. C’è un’ultima ipotesi: se Renzi non sarà il candidato del centrosinistra, e se Berlusconi vincerà le elezioni, conclusa l’epoca berlusconiana dopo quest’ultima battaglia, allora Renzi sarà il capo del nuovo centrodestra. 

 

(Paolo Nessi)