Dopo la requisitoria del pm Ilda Boccassini, al termine della quale è stata richiesta una condanna di sei anni e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici per Silvio Berlusconi nell’ambito del processo Ruby, la parola passa alla difesa. E’ dunque intervenuto il legale dell’ex premier, Nicolò Ghedini, il quale ha esordito definendo “prevenuti” i giudici e di aver avuto l’impressione “di ingenerare un certo qual fastidio nei confronti dei giudicanti”. “Analogo fastidio – ha aggiunto – non sembra ingenerare nei giudici la Procura della Repubblica”. La richiesta di condanna avanzata è “stratosferica e straordinaria”, ha proseguito l’avvocato, contestando la circostanza che “non sono state concesse le attenuanti generiche all’ex premier perché gli avvocati hanno sentito dei testimoni ad Arcore”. “La Procura dimentica che Arcore è un grande complesso di edifici e da una decina di anni sia io sia Piero Longo abbiamo uno studio di appoggio, tanto è vero che nelle assunzioni testimoniali appare il nome di una nostra segretaria”. Riguardo l’accusa più grave nei confronti di Berlusconi, quella di concussione, Ghedini ha detto che “la soluzione deve essere l’assoluzione perchè il fatto non sussiste”. Secondo la Procura “l’allora presidente del consiglio avrebbe abusato della sua qualità di pubblico ufficiale per sottrarre Ruby all’autorità. Non si riesce a capire, a quale autorità, dal momento che Ruby non doveva essere arrestata nè portata in carcere”, ha concluso Ghedini, secondo cui “non sempre le azioni compiute da un pubblico ufficiale possono essere considerate reati contro la pubblica amministrazione. Possono essere anche azioni umane”.