Toni Servillo, intervistato da Lilli Gruber sulla trasmissione di La7 Otto e mezzo, parla di Beppe Grillo. E, pur dicendosi convinto che per questo si farà molti nemici, fa sapere che il comico genovese non gli piace per nulla. Né per i modi né per i contenuti. Propone, spiega, anzitutto un liberismo di vecchio stampo. Nel suo linguaggio, inoltre, c’è molta violenza. La sua protesta può anche essere vera. Ma la sua proposta è inesistente. «Io sono stato educato in maniera diversa, anche alla politica. Lo stare sul palco mi ha fornito un’idea di etica: ascoltare le persone, spere dialogare, imparare da chi ha più esperienza di te». Servillo ha poi fatto presente che in Italia la sovranità è espressa dal Parlamento. «Dietro Grillo, invece, ci sono delle spinte distruttive che vanno contro questo concetto di sovranità. Dietro questo concetto di distruzione c’è il vuoto, un’astrazione che ci porta in zone dove vincono il personalismo e gli slogan». Del medesimo avviso è anche Paolo Sorrentino che, alla stessa domanda su cosa pensi di Beppe Grillo,risponde che non lo ha mai entusiasmato. In particolare, non l’ha mai convito la pretesa di distinguere tra buoni e cattivi.



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