“Renzi non ostacoli ogni giorno il governo Letta”. Lo ha dichiarato il segretario del Pd, Guglielmo Epifani, secondo cui “avremo uno degli autunni sociali più duri della nostra storia. Questo è un governo di servizio. Tirare a campare non fa bene al Paese. Quando Letta è andato alle Camere ha indicato un tragitto. Il punto è se da qui ad allora si riescono a fare quello cose che il premier ha detto di voler fare. Ci si riesce, se non ci sono ostacoli ogni giorno”. Ma ad attaccare Letta sono anche i falchi del Pdl, secondo cui i ministri del centrodestra sarebbero figure deboli e senza spessore. Ilsussidiario.net ha intervistato Emanuele Macaluso.
Ritiene che gli attacchi da destra e sinistra contro Letta siano giustificati?
Nelle sue prime settimane di vita il governo Letta si è mosso secondo le possibilità che aveva, ottenendo anche dei risultati significativi. Il tiro al piccione contro l’esecutivo nasce da numerosi interessi che spingono verso la crisi. Da un lato nel Pdl c’è chi ritiene che i ministri di centrodestra siano una delegazione debole, priva dei personaggi più carismatici. Dall’altra nel Pd Renzi sta portando avanti una battaglia aperta per avere subito una crisi e avere l’occasione di ricandidarsi.
Che cosa c’è dietro questo “tiro al piccione”?
E’ mia convinzione che ci sia molta strumentalità. I problemi sono complicati e diversi, la situazione non è facile e il governo si regge grazie a un accordo tra due partiti, Pd e Pdl, che sono sempre stati nemici e che come prospettiva hanno quella di essere alternativi anche in futuro. Non è una situazione facile, anche perché tanto il Pd quanto il Pdl non hanno una loro forza e compattezza, e ciò fa sì che il governo sia sempre in balia delle onde.
Che cosa ne pensa dell’idea di azzerare tutto e andare al voto?
Oggi come oggi non è possibile ritornare al voto, in primo luogo perché non c’è una legge elettorale. A ottobre ci sarà la sentenza della Corte costituzionale che dichiarerà incostituzionale il Porcellum. Il Paese si ritroverà quindi senza una norma che stabilisca come dovrebbe avvenire un’eventuale consultazione. Ancora una volta ci troviamo in una situazione economica e sociale molto complicata e difficile, e né l’Europa né i mercati ci perdonerebbero questa ennesima crisi. Per non parlare dell’opinione pubblica, la cui aspettativa era che questo governo avrebbe quantomeno fatto tre cose.
E sarebbero?
Rimediare nei limiti del possibile alla situazione economica, attuare le riforme costituzionali per rendere il sistema più agibile e approvare una nuova legge elettorale. Ci troviamo quindi in una situazione di totale sbando. Napolitano aveva accettato un secondo mandato come presidente della Repubblica perché di fronte a queste emergenze era necessario fare il governo. Se Letta non dovesse reggere, il Paese sarà messo di fronte a un’incertezza di cui sia i falchi del Pdl sia i falchi del Pd non si rendono conto.
Quali sarebbero le conseguenze di questa incertezza?
In ogni caso l’Italia ha bisogno di un governo, perché non si può tornare al voto senza legge elettorale. Una crisi dell’esecutivo porrebbe tutte le forze politiche in una fortissima tensione, con Pd, Pdl e M5S che rischierebbero si sfaldarsi. Andare a elezioni anticipate è pura follia.
Quindi quali scenari intravede?
Il governo Letta è l’unica possibilità per la salvezza nazionale. La situazione si è avvitata in maniera tale da rendere necessarie alleanze anche se quest’ultime non sono politicamente giustificabili al loro interno. Se oggi si dovesse ritornare al voto con la stessa legge elettorale, si riprodurrebbe lo stesso identico risultato politico con una diversa composizione di Camera e Senato, e con l’aggravante di un Paese che ancora una volta tiene delle elezioni che non risolvono nulla.
(Pietro Vernizzi)