Il governo Letta ha ottenuto la fiducia del Senato dopo la mozione contro Alfano per il caso Ablyazov. In tutto 226 i voti a favore dell’esecutivo delle larghe intese, 55 i contrari e 13 gli astenuti. “L’espulsione della moglie di Ablyazov e della sua figlioletta è per noi motivo di imbarazzo e discredito”, ha dichiarato il premier Letta, sottolineando l’”inaudito comportamento” dell’Ambasciatore del Kazakistan in Italia. Ilsussidiario.net ha intervistato Stefano Folli, notista politico de “Il Sole-24 Ore”, il quale sottolinea che “il problema politico di Letta oggi è più il Pd che il Pdl”.



Dopo il voto di ieri, in molti pensano che la crisi di governo è soltanto rimandata. Secondo lei quanto può tenere il governo Letta?

Il governo Letta può tenere se riesce ad affrontare i problemi del Paese. E’ un esecutivo che esce indebolito dal caso Shalabayeva, e che ora ha il compito di dare dei messaggi forti al Paese per fare dimenticare questa vicenda e restituire fiducia alla grande coalizione che finora non ha dato tutti i risultati necessari.



Che cosa deve fare Letta se vuole che il suo governo duri a lungo?

In primo luogo deve dare un po’ respiro al mondo produttivo. Gli italiani hanno bisogno di sentirsi più sostenuti, occorre mandare un messaggio chiaro a chi lavora nelle fabbriche e nelle imprese perché comprenda che il prossimo futuro non sarà così negativo come è stato finora. Ciò richiede degli interventi per ridurre drasticamente la spesa e liberare le risorse per sostenere la parte produttiva del Paese.

Se non lo fa una grande coalizione, che rappresenta una larga maggioranza in Parlamento, chi lo può fare?

Per D’Alema il governo non durerà oltre il 2015. Che cosa ne pensa di questa affermazione? Sono cose che si dicono, non si può prefigurare adesso quello che accadrà nel 2015. Viviamo alla giornata, ci sono incidenti di percorso anche gravi come quello da cui siamo appena usciti, e un altro incidente della stessa portata sarà certamente fatale per il governo. Se al contrario si trova quella coesione e quella capacità realizzativa che sarebbe necessaria, Letta può durare anche ben oltre il 2015.



Quali sono gli interessi in campo da parte di Renzi?

Renzi si vuole aprire la strada verso la leadership del partito e soprattutto del governo. Finora si è però infilato in un vicolo cieco. Dovrebbe invece avere più coraggio e scendere in campo a viso aperto, anche se le regole non sono tutte favorevoli a lui. Il fatto di mostrarsi sempre come quello che sta presentarsi come nuovo leader e poi non lo fa mai alla lunga diventa un danno irreversibile.

 

Che cosa intende quando dice che Renzi dovrebbe scendere in campo a viso aperto?

Renzi dovrebbe dimostrare che non si nasconde dietro alle regole, dando quasi l’impressione di non essere abbastanza risoluto. Se ha delle idee è il momento di metterle in campo. Se vuole rappresentare un’ipotesi di modernizzazione del centrosinistra, deve affrontare a viso aperto i suoi avversari e lanciare una sfida. Finora non lo ha fatto in modo abbastanza chiaro, e questo lo espone a problemi come quelli a cui è andato incontro in questi giorni, al punto che ha dovuto incassare la sconfitta. Quanto sta avvenendo rischia di rendere la figura di Renzi meno seducente agli occhi dei militanti del Pd che lo sostengono, ma che vogliono vedere un risultato e le opportunità di una sfida aperta.

 

Che cosa vogliono invece i falchi del Pdl?

I falchi del Pdl vogliono liberarsi delle larghe intese, ma non contano granché. Nel Pdl contano infatti soltanto Berlusconi e le sue decisioni, e in questo momento il Cavaliere non ha nessuna intenzione di andare verso una crisi di governo. Non sottovaluto le possibili conseguenze politiche della sentenza della Cassazione sul processo Mediaset attesa per il 30 luglio, ma ritengo che ci siano le premesse perché si riesca a contenere questo risultato giudiziario per evitare che abbia ripercussioni sul governo.

 

(Pietro Vernizzi)