Non sarebbe una fattura non pagata il motivo che ha portato Roberta Lombardi a dimettersi da presidente del gruppo M5S alla Camera dei deputati, ma “fatti strettamente personali”. Per comprendere l’intera vicenda, è necessario fare un passo indietro: dopo il “boom” elettorale del febbraio scorso e la successiva entrata in Parlamento, al Movimento 5 Stelle mancava ancora uno staff della comunicazione, fino a quel momento gestito senza problemi da Grillo e Casaleggio. I numerosi nuovi impegni che inevitabilmente si sono venuti a creare, però, hanno reso necessaria una migliore gestione, quindi ecco arrivare il giornalista Caris Vanghetti in veste di consulente per la comunicazione, scelto dalla Lombardi in persona. Solo dopo, invece, arriveranno Claudio Messora e Nicola Biondo, stavolta nominati dai fondatori del Movimento. Vanghetti, dopo il lavoro svolto, presenta il conto: diecimila euro, una cifra che la Lombardi, dopo il “no” ricevuto dai colleghi, ha dovuto pagare di tasca propria. Da qui sarebbero arrivate le dimissioni, almeno secondo quanto ricostruito da Il Fatto Quotidiano. Questi episodi, assicura invece la Lombardi al Corriere della Sera, non sono correlati: “Ho lasciato per fatti strettamente personali. Non sono sicura di poter garantire lo stesso impegno nei prossimi mesi”. “Certo – ha spiegato – mi sarebbe piaciuta un po’ più di riconoscenza da parte dell’Assemblea. Lui (Caris Vanghetti, ndr) in fondo si è speso per tutti. Ma va bene così, per me non è un problema. Ho saldato io la fattura”, afferma la ex capogruppo. “Forse ha giocato il fatto che i colleghi l’abbiano sempre visto al mio fianco e l’abbiano identificato come una mia risorsa, un mio collaboratore. Ma pazienza, va bene così”.



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