“Non ci sono alternative politiche a questa maggioranza, neanche il voto con questa legge elettorale”. Enrico Letta ha scelto di aprire con queste parole il suo intervento all’assemblea del gruppo Pd della Camera, almeno secondo quanto riferito dai partecipanti. Il premier striglia i suoi e mette in chiaro le cose, perché bisogna smetterla di “fare i fighetti” e “cercare l’applauso individuale con un tweet o su Facebook”. Tutto questo, ha ammonito il capo del governo, “non basta più. Se falliamo saremo travolti tutti insieme e con noi l’Italia”. Letta ha quindi aggiunto che l’attuale situazione “non permette giochi politici, sembra che ci si sia dimenticati delle difficoltà, ma queste ci sono ancora tutte”, e “non è un mese in più a palazzo Chigi che mi farà cambiare gli obiettivi: rilancio economico, riforma istituzionale, un’altra Europa. Un applauso individuale non serve a nessuno, questo percorso non deve portare il nome di una persona, a partire da me. Dobbiamo andare al voto consegnando un paese che decide”. “Giocare a far finta non basta più – ribadisce il premier -. Un sistema che non decide è da riformare e le riforme istituzionali e il referendum finale sono uno strumento per rinvigorire il percorso decisionale. Dobbiamo essere più aggressivi sulle riforme costituzionali e rimandare al mittente le accuse. Stiamo cercando di rendere la Costituzione più moderna. Abbiamo un sistema che non decide e dobbiamo rivendicare che al Senato è stato già approvato il ddl di istituzione della commissione”. Poi Letta conclude: “Io ce la metto tutta e penso che ce la possiamo fare e non dico soltanto il governo o soltanto il Pd, e sarebbe già tanto, ma tutti. Se non ci fermiamo davanti alla prima difficoltà ce la possiamo fare”.



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