Ancora un niente di fatto dalla direzione del Partito Democratico tenutasi oggi. Dopo i vari interventi, tra cui quello del segretario Guglielmo Epifani e del premier Enrico Letta, ogni decisione è stata rinviata alla prossima settimana. A creare i maggiori attriti, sono ancora una volta le regole del Congresso: l’attuale segreteria vorrebbe primarie aperte di coalizione per la scelta del candidato premier, ma una platea più ristretta per l’elezione del nuovo segretario. Ai renziani, invece, non va giù la proposta di far votare la direzione proprio sul tipo di platea che dovrà eleggere il nuovo leader. “Non mi sembra spetti alla Direzione del Pd decidere ma alla Assemblea nazionale”, ha fatto notare Angelo Rughetti. A far discutere sono state soprattutto le parole di Dario Franceschini: “L’assemblea deciderà le regole ma la mia idea è che il candidato premier vada scelto con primarie aperte e senza albo mentre credo giusto che il segretario venga eletto dagli iscritti nel modo più coinvolgente possibile”. A questa proposta, oltre ai renziani, si è detto contrario anche Pippo Civati, già candidato alla segreteria del Pd: “Per quanto mi riguarda – ha scritto sul suo blog – penso che il segretario lo debbano scegliere gli elettori, anche se poi si candidasse a premier qualcun altro. Per un miliardo di motivi, a cominciare dal fatto che il Pd dovrebbe aprirsi e realizzarsi, non chiudersi e stravolgersi”. In attesa che si riesca a fare chiarezza, tutte le parti sembrano (almeno per il momento) concordare sulla data del Congresso, che dovrebbe tenersi entro fine novembre.