Era già accaduto una settimana fa al Senato, quando il presidente Pietro Grasso aveva vietato al capogruppo del Movimento Cinque Stelle, Nicola Morra, di citare il presidente della Repubblica durante il suo intervento in Aula. E’ successo ancora una volta oggi alla Camera, durante la seduta fiume sul decreto del Fare su cui l’M5S ha praticato un duro ostruzionismo per tentare di far slittare a settembre l’esame a Montecitorio del ddl di riforma costituzionale. Il deputato M5S Andrea Colletti, prendendo la parola, ha detto durante il suo intervento che “l’attuale presidente della Repubblica, che funge da presidente del consiglio dei ministri e forse da capo indiscusso del Pd e del Pdl, deve capire che non siamo in una monarchia costituzionale con a capo re Giorgio primo”. Immediata la replica della presidente della Camera Laura Boldrini: “Lei non può parlare così del presidente della Repubblica. Ne abbiamo già discusso, non può chiamare in causa il Capo dello Stato”. “Va bene – ha risposto ironicamente Colletti – allora lo chiameremo l’innominabile”. Il dibattito è però proseguito, con il deputato di Fratelli d’Italia Massimo Corsaro che ha chiesto “la convocazione della Giunta per il regolamento per scrivere che il presidente della Repubblica non può essere nominato”. “Attualmente infatti – ha fatto notare Corsaro – nei regolamenti non esiste alcun divieto di citazione. L’unica norma del regolamento in cui si cita il presidente della Repubblica è il comma 3 dell’articolo 60”.



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