Il deputato Angelo Tofalo, eletto nella circoscrizione XX Campania 2 per il MoVimento 5 Stelle, ci tiene a sottolineare di essere “un cittadino in Parlamento”, come specifica ampiamente nel suo sito e come non ha mancato di fare sapere – sorrisetto alle labbra – a tutta la Camera dei Deputati. Intervenuto con un breve discorso di retorica in cui ripresenta il classico assioma grillino che vuole che sia il popolo a comandare e non la tanto odiata “kasta”, dà vita a un siparietto che lasciata di stucco persino il composto presidente Laura Boldrini che sembra non gradire l’exploit dell’esuberante deputato. “Una cosa è certa: è solo questione di tempo e il potere democratico i cittadini se lo riprenderanno. Manca poco”, tuona al microfono Tofalo con fare profetico post-marxista e, avvicinato il suo iPad al microfono, a coronamento della sua massima, fa partire il ritornello della canzone di Patti Smith “People have the power”. La Boldrini, con fare tra l’ironico e lo scocciato, ribatte: “Ah c’era anche la colonna sonora? Accidenti gli effetti speciali su questa premonizione… Grazie”, e l’aula si riempie degli applausi dei pentastellati, felici di aver assistito all’ennesima trovata originale di uno dei suoi esponenti che va ad aggiungersi a quella del deputato con la giacca arcobaleno e all’infelice appellativo di “innominabile” tributato da Andrea Colletti a Giorgio Napolitano che tanto ha scatenato le ire dei “colleghi” del PD. A giudicare poi dal video che mostra Tofalo mettere in pratica le sue aspirazioni da deejay, e dai suoi due compagni di “banco” che sghignazzano tra loro durante la performance, felici di aver contribuito alla “marachella del giorno”, si può a buon ragione sospettare che i tre non abbiano letto quello che scrive Vito Crimi sulla sua pagina di Facebook. Riferendosi a un anonimo deputato che avrebbe irriso il grillino Matteo Dell’Osso e per cui (giustamente) tutti si sono indignati, l’ex presidente del gruppo parlamentare del M5S pubblica e sottoscrive una nota, chiosata dalla frase “Deputato, non ti pago per fare il pagliaccio in Aula”. Una sacrosanta richiesta di serietà la sua, che purtroppo anche i suoi colleghi di “partito” sembrano non aver sempre presente.