Il governo scricchiola? Quel che è certo è che si trova in una paradossale condizione: gode della più ampia maggioranza mai avuta in tutta la storia della Repubblica, ma pure della più ampia opposizione. Sì, perché le forze parlamentari che lo sostengono litigano tra di loro ma, soprattutto, al proprio interno. E se la compagine governativa lavora, tutto sommato, sotto le insegne della concordia, sia nel Pd che nel Pdl, molti non digeriscono l’alleanza con i rispettivi avversari, a molti non è andato giù il non essere al governo al posto dei colleghi di partito, e molti altri intravedono nelle elezioni anticipate la possibilità di fare il boom. Ci si è messo anche Mario Monti, avvisando che, senza un cambio di marcia, Scelta Civica pronta a togliere il suo sostegno. Poco dopo, i capigruppo alla Camera e al Senato di Scelta civica, Lorenzo Dellai e Gianluca Susta, hanno inviato una lettera al premier per chiedere la convocazione di una serie di incontri politici di verifica con le forze parlamentari che sostengono l’esecutivo. Abbiamo fatto il punto sulla situazione con il ministro della Difesa e senatore di Scelta Civica, Mario Mauro.



Alla luce delle dichiarazioni di Mario Monti e della lettera di Lorenzo Dellai e Gianluca Susta, Scelta civica potrebbe ritirare l’appoggio al governo?

Questo è un governo di scopo, obbligato ad essere coraggioso: ha messo insieme quelli che insieme, in una situazione di normalità, non sarebbero mai stati. Siamo tenuti a fare cose fuori dal comune, per il bene del Paese. Scelta Civica è impegnata, con un leale senso di collaborazione, a contribuire a questo scopo.



Quale dovrebbe essere l’obiettivo concreto degli incontri tra le forze parlamentari che sostengono il governo richiesti da Scelta Civica?

Non dobbiamo pensare alle larghe intese come a un esecutivo di piccolo cabotaggio, ma come a un governo obbligato a superare la stagione delle paure di questo Paese. In questa prospettiva, intendiamo radicare l’esperienza di Scelta Civica regione per regione. Scelta Civica è una porta aperta a tutti coloro che, provenendo da altre esperienze politiche e sociali, possono aderire ad un progetto in cui sono chiamati a fare i protagonisti e non le comparse. Scelta Civica si avvicina alla convention. C’è spazio per tutti: questo Paese ha bisogno del contributo di una nuova generazione, di tutti coloro che si sentono partecipi dei nostri ideali.

C’è il rischio concreto che Berlusconi stacchi la spina?

Non credo. Il presidente Berlusconi ha dichiarato, in diverse occasioni, il suo sostegno leale al governo.

 

Perché questo governo non sembra particolarmente apprezzato né dai cosiddetti salotti buoni, né dalla stampa (a partire da Corriere e Repubblica), né dai poteri forti (dalle banche a Confindustria)?

Noi siamo tenuti a scelte impopolari per il bene del Paese. Per troppo tempo decisioni difficili sono state rinviate per accontentare questa o quella parte.

 

Cosa dovrebbe fare per “convincerli”?

Spiegare bene che questa occasione unica, storica per certi versi, non può andare perduta per interessi corporativi che confliggono con quelli di tutti gli italiani.

 

Che disegno hanno, invece, i poteri forti per l’Italia?

Non conosco poteri forti.

 

Anche in Parlamento l’opposizione da parte delle stesse forze che lo sostengono sembra piuttosto elevata. Come si spiega questo paradosso?

Il Governo Letta ha iniziato bene, ma la sua missione – trasformare l’Italia in un Paese competitivo e capace di crescere, mantenendo la ritrovata disciplina di bilancio – richiede riforme radicali. Queste non potranno essere decise e realizzate senza una grande e genuina unità di intenti, non solo all’interno del Governo ma anche fra i partiti che hanno dato vita alla grande coalizione. Scelta Civica, il primo partito ad avere proposto, già prima delle elezioni, un governo di grande coalizione, ha dichiarato recentemente che il Governo Letta deve e può proporsi come orizzonte l’intero quinquennio della legislatura.

 

Le pressioni/minacce di Pd e Pdl e le frizioni tra falchi e colombe dei rispettivi partiti stanno minando la coesione interna all’esecutivo?

L’esecutivo è saldo.

 

Spesso il governo è accusato di troppa timidezza. Come mai secondo lei? Se la situazione fosse meno tesa potrebbe operare con maggior efficacia?

Lo ribadisco: senza il coraggio non si va da nessuna parte. I fronti aperti sono molti e importanti: lavoro, rilancio dell’economia, tagli agli sprechi, scuola, stato sociale, difesa. Stiamo procedendo, senza clamore e con onestà, nella direzione giusta.

 

Crede che il governo di larghe intesa sia un’esperienza da difendere e continuare? Quali sono i provvedimenti che dovrebbe condurre in porto affinché la sua missione possa dirsi centrata?

C’è un contratto finalizzato al conseguimento di importati scopi entro la fine della legislatura. In particolare, ci siamo dati un termine entro la fine dell’estate per affrontare una serie di nodi e stiamo lavorando molto bene con il ministro Saccomanni in tema di tagli per recuperare le risorse.

 

Come giudica il lavoro sin qui condotto dai saggi?

Sono in evidente conflitto di interessi, mi permetta di non esprimere un giudizio su me stesso.

 

(Paolo Nessi)