L’unico effetto politico della sentenza su Berlusconi rischia di essere quello di spaccare in due il Pd. Ne è convinto il sondaggista Arnaldo Ferrari Nasi, alla vigilia dell’ultimo atto del processo Berlusconi. Stando a un’indagine statistica, il 40% degli italiani è certo del fatto che i magistrati abbiano agito sovente per finalità politiche. Ben più del 27% degli elettori del Pdl, i quali comunque andrà a finire il processo continueranno a sostenere il Cavaliere e il governo delle larghe intese.



Ferrari Nasi, quali sono le opinioni degli italiani nei confronti della sentenza Berlusconi?

Non ho realizzato un sondaggio sulle opinioni relative a questa specifica sentenza. Un paio di anni fa ho però condotto delle interviste di questo tipo, che ripeterò anche quest’anno nei giorni successivi alla sentenza. Ho chiesto a un campione di italiani se ritenevano che i magistrati agissero sovente con fini politici. Il risultato è stato che il 40% mi ha risposto di sì. Ritengo che anche nel caso del processo Mediaset le percentuali siano le stesse.



E quindi?

Da parte dell’opinione pubblica c’è il forte dubbio di una strumentalizzazione dei processi. E’ un dubbio che non riguarda soltanto gli elettori del Pdl, che in questo momento sono il 27% dei rispondenti, pari al 60% del totale. Ciò significa che su base nazionale chi vota per il partito di Berlusconi è il 15% del totale, e a questi va aggiunto un altro 25% che ritiene che ci sia una strumentalizzazione da parte della magistratura.

Quanto conterà questa sentenza per il futuro del governo Letta?

Le ultime intenzioni di voto diffuse da La7 non sono cambiate di molto rispetto agli ultimi mesi: salgono il Pdl e gli astenuti, il Pd scende. Ciò significa che al di là delle aspettative, questa sentenza non è poi così importante da un punto di vista del consenso elettorale, soprattutto per i sostenitori di centrodestra. Ancora una volta il centrosinistra si illude che lo strumento giustizia sia importante dal punto di vista politico.



Non è davvero così?

In realtà lo è soprattutto per il Pd, perché se Berlusconi sarà condannato il partito di Epifani si spaccherà in quanto una parte della base sarà contenta e un’altra parte lo sarà di meno. La base dell’elettorato berlusconiano al contrario recepisce questa vicenda come “la guerra dei 20 anni”, si sentono cioè sotto attacco da ormai due decenni.

 

Qual è in questo momento l’indice di gradimento del governo Letta e del presidente Napolitano?

Stando agli ultimi dati diffusi dal TG7, sia l’indice di gradimento del governo sia quello di Napolitano è di poco inferiore al 50%. Ciò significa che la metà degli italiani non è contenta né fiduciosa nei confronti delle due principali istituzioni. Da un paio di giorni diverse tv hanno dedicato servizi al fatto che l’Italia sarebbe in ripresa ed Eurostat e Istat avrebbero certificato una tendenza positiva della nostra economia, al punto che avrebbero aperto 9mila nuovi negozi. In realtà basta fare un giro nelle vie semicentrali di Milano, come per esempio nei Bastioni, dove al posto dei negozi ci sono interi fondi vuoti. Tanto è vero che l’ultimo dato Istat sulla disoccupazione giovanile è pari al 42%.

 

Che cosa ne pensano invece del processo Mediaset gli elettori del centrosinistra che sostengono le larghe intese?

Gli elettori del centrosinistra non sostengono le larghe intese. La maggior parte di loro vede le larghe intese con disperazione, le accettano cioè perché non se ne può fare a meno. Sono piuttosto i parlamentari del Pd a sostenere il governo Letta per una serie di altre motivazioni. La base al contrario, pur sostenendo anche lealmente la riuscita del governo Letta, nel suo intimo vede un’eventuale condanna di Berlusconi come il trionfo finale della giustizia. Sono infatti 20 anni che pensano che il Cavaliere sia un corrotto, un colpevole e un colluso.

 

Chi voterebbero gli elettori se si tornasse alle urne domani?

A oggi la situazione è uguale a febbraio. Abbiamo un 50% di indecisi, Pd e Pdl che si equivalgono, Grillo in sensibile recupero che è tornato al 20%. Eppure il governo Letta fino a questo momento non ha dato risultati, se non per il fatto di avere approvato la legge contro l’omofobia. La gente però ha ben altre priorità: economia, lavoro e corruzione. I temi etici al contrario, come appunto la legge sull’omofobia, interessano soltanto all’1-5% degli elettori.

 

(Pietro Vernizzi)