L’ostentazione di calma placida è direttamente proporzionale al malcelato timore che, in realtà, salterà tutto: Napolitano è in ferie in Alto Adige e ci rimane. Giusto per far intendere che, comunque vada, non sarà un dramma e non ci sarà alcun bisogno di scomodarsi per essere presente a Roma, in occasione della sentenza della Cassazione; Letta, invece, continua a ripetere da giorni che anche se Berlusconi fosse condannato in via definitiva (a 4 anni di carcere, di cui 3 indultati, e 5 di interdizione dai pubblici uffici) non cambierebbe nulla. Entrambi, secondo Fabrizio Rondolino, giornalista e scrittore, sanno che le cose non stanno così.



Come andrà a finire?

Va detto, anzitutto, che qualsiasi riflessione è ad altissimo rischio di smentita nell’arco di poche ore. In ogni caso, credo che Berlusconi sarà condannato in via definitiva.

Quindi?

Ha deciso di accettare la croce di questa condanna e di continuare la sua battaglia politica sulla giustizia; tutto sommato, non potersi candidare, rappresenterà un vantaggio per la sua campagna elettorale. L’obbligo ai domiciliari lo renderà un martire agli occhi dei suoi, la sua diventerà una sorta di protesta civile.



Cosa ne sarà del governo?

A quel punto, si innescherà un meccanismo tale per cui il governo non reggerà. E, non essendoci altre maggioranze possibili, si andrà a elezioni anticipate

Per colpa dei falchi del Pd o del Pdl?

Per una miscela delle irritazioni delle due componenti.  La sinistra, in particolare, in vent’anni ha campato esclusivamente di antiberlusconismo che, negli ultimi due mesi è stato messo da parte, inghiottito dall’antirenzismo. Ma questa attitudine non può durare. Tutta la stampa di riferimento, gli intellettuali, e l’opinione pubblica di sinistra, non potrebbero mai tollerare che il Pd governi con un condannato.  



A questo punto, l’ipotesi di una riduzione della condanna all’interdizione dai pubblici uffici che effetti sortirebbe?

Nessuno. Anche se la condanna fosse ridotta a 18 mesi, il governo non potrà mai durare così a lungo. Si andrà a elezioni prima.

Le elezioni anticipate implicano il mantenimento di questa legge elettorale, che non renderà a sua volta possibile l’dentificazione di una maggioranza. Siamo da capo

Attenzione, la colpa non è la legge elettorale, ma dell’offerta politica. Qualunque sia la legge, infatti, se tre partiti prendono lo stesso numero di voti non ci sarà mai nessuno in grado di governare.

In ogni caso, siamo destinati allo stallo

Non direi. Perché alle prossime elezioni si candiderà Matteo Renzi. Se con o senza il Pd, poco importa.

E secondo lei ha qualche chance di vittoria?

Ho la ragionevole convinzione che vincerà le elezioni. Liberandoci, così, contemporaneamente, sia del Pd che di Berlusconi.

Resta il fatto che la pacificazione tra magistratura e politica, a seguito di una sentenza di condanna, sarebbe sempre più un miraggio

Posto che non esistono cupole o lobby che si riuniscono per decidere condanne e assoluzioni, c’è effettivamente uno scontro in atto da decenni; la pacificazione sarebbe stata possibile se le leadership dei due grandi partiti, complici le grandi intese, avessero deciso di deporre le armi. Tuttavia, ogni volta che qualcuno fa un passo in qualunque direzione, i rispettivi eserciti insorgono, mentre la magistratura dà ad entrambi ragioni per alimentare il conflitto. Ecco perché, giunti a questo punto, l’unica pacificazione possibile consiste nel ritorno immediato alle urne con un vincitore certo.  

 

(Paolo Nessi)