“La sentenza della magistratura contro Berlusconi farà venire fuori tutta l’anima peronista del Cavaliere. Il leader argentino Juan Domingo Peròn, arrestato nel 1946 nell’imminenza delle elezioni, mandò la moglie Evita a rappresentarlo durante la campagna elettorale. Berlusconi farà lo stesso, restando in campo per interposta persona attraverso qualcuno molto vicino a lui”. Ne è convinto Piero Sansonetti, per il quale l’ipotesi di una discesa in campo di Marina Berlusconi potrebbe essere la scelta vincente. Il Corriere della Sera nei giorni scorsi ha scritto che, stando ai sondaggi, se il Pdl candidasse la figlia del Cavaliere conquisterebbe il 30% dei voti. Flavio Briatore si è sbilanciato subito a suo favore, affermando che la discesa in campo di Marina “avrebbe certamente un senso. Marina è una donna molto intelligente, è una Berlusconi, un cognome che milioni di italiani adorano”. La diretta interessata avrebbe smentito, ma intanto l’ipotesi resta sul campo.



Che cosa accadrà ora al centrodestra?

Il Pdl potrebbe presentare una persona molto vicina a Berlusconi, per esempio la figlia Marina. Sarebbe un modo per dire: vorrei candidarmi, non me lo lasciano fare, e quindi mando lei a rappresentare la mia persona. Del resto c’è il precedente di Peron nel 1946. Il futuro presidente dell’Argentina fu arrestato alla vigilia delle elezioni e la fidanzata Evita, in seguito sua moglie, tenne la campagna elettorale per conto suo fino a che riuscì a farlo liberare. Mi sembrano due situazioni simili, anche perché Berlusconi è sempre stato un po’ peronista.



Quindi non cambierà niente, ma ci troveremo di fronte allo stesso scontro frontale tra magistratura e Berlusconi?

Una cosa è certa, finché sarà vivo Berlusconi non lo fermerà nessuno, neanche le manette. Il Cavaliere aveva affermato che in caso di condanna sarebbe andato in prigione, e ritengo che se lo facesse sarebbe un gesto significativo, perché la protesta più forte che può fare è quella di presentarsi a San Vittore. Se non sarà così, sarà la Procura di Milano a stabilire i termini della sua custodia cautelare e quindi come si deve comportare il Pdl e se dovrà nascere o meno Forza Italia. La magistratura ha preso possesso del Pdl, che ora dipende dalle decisioni del tribunale.



Lei non crede a un Pdl senza Berlusconi, e quindi al fatto che una sentenza come questa possa dividere i destini del centrodestra e del Cavaliere?

No, non ci credo affatto. Il centrodestra in questo momento è assolutamente dipendente dal suo leader. Non vedo come in tempi brevi si possa ricostruire un Pdl che possa prescindere da Berlusconi.

 

Quali sono le responsabilità di Berlusconi nei confronti di quanto è avvenuto?

L’errore del centrodestra è stato quello di pensare che ci fosse un progetto di cui la magistratura si faceva interprete. Questo è stato il motivo per il quale né il centrodestra né il centrosinistra sono riusciti a riformare la giustizia, e la magistratura ha stravinto.

 

Lei ritiene che il centrodestra abbia avuto davvero l’occasione per riformare la giustizia?

Nel 2008 Berlusconi ha fatto cadere il governo Prodi mentre stava facendo la riforma della giustizia. De Magistris impallinò Mastella e cadde il governo. Già nel 1997 il Cavaliere aveva fatto saltare il tavolo della Bicamerale, quando quest’ultima stava per approvare la riforma della giustizia.

 

Perché lo ha fatto?

Da questo punto di vista quindi Berlusconi ha delle responsabilità enormi, e il motivo di queste responsabilità è la sua convinzione che ci fosse un disegno dietro la magistratura e quindi che si potesse trattare il potere giudiziario in termini politici. In realtà non c’è nessun disegno da parte dei giudici, c’è un impazzimento di una parte di loro, una trasformazione da ordine giudiziario a ordine religioso.

 

In che senso Berlusconi non ha fatto la riforma della giustizia perché era convinto che la magistratura avesse un progetto?

Berlusconi era convinto che si potesse trattare con la magistratura, in quanto la considerava come uno dei partiti politici in campo. E’ stato questo il suo errore, in quanto la magistratura non vuole essere uno dei partiti politici, bensì la somma autorità religiosa che governa questo Paese. Per due volte quindi Berlusconi, quando ha avuto il match ball per fare la riforma della magistratura, lo ha buttato alle ortiche, subordinandolo ai suoi calcoli politici. Oggi paga il prezzo delle sue scelte.

 

(Pietro Vernizzi)