È inutile girarci attorno: il governo ha i giorni contati. Le prossime due tappe – il 31 agosto, con la decisione sull’Imu, e il 9 settembre, con il voto sulla decadenza di Berlusconi da senatore – serviranno solamente a stabilire chi, tra Pd e Pdl, staccherà la spina. Ma il ritorno alle urne è inesorabile, e le elezioni anticipate rappresenteranno la madre di tutte le battaglie. E lo scenario sarà davvero inedito, rendendo ancora una volta l’Italia un Paese originale, con il capo di una coalizione che guiderà la campagna elettorale standosene a casa sua. Agli arresti domiciliari. Ne è assolutamente certo Fabrizio Rondolino, che insieme a noi legge le fibrillazione di questi giorni.



Rondolino, che cosa sta succedendo alla maggioranza che sostiene il governo Letta? Non passa giorno che il malato non impallidisca…

Non possiamo più nascondercelo: siamo arrivati al capolinea. In quale modo terminerà questa legislatura non saprei dirlo, ma non scommetterei un solo euro sul fatto che il governo possa superare Natale. Vuoi per l’abolizione dell’Imu, vuoi per la sentenza Berlusconi, è solamente una questione di giorni.



La sento molto pessimista.

La sentenza della Cassazione è stata una bomba inaspettata, i cui risvolti sono stati sottovalutati da tutti, a partire dallo stesso Berlusconi. Ma oggi, di fatto, ci troviamo di fronte ad un bivio definitivo: o il Cavaliere accetta la sentenza – ma questo significherebbe per lui riconoscere che ha sbagliato per vent’anni, che non ci sono stati complotti ai suoi danni, che le toghe rosse non sono esistite, che lui è un evasore fiscale – e quindi esce di scena, oppure tira la corda fino alla fine. Io ne sono certo: il Pdl combatterà questa battaglia fino all’ultimo perché il vero quarto grado dopo la Cassazione saranno solamente le elezioni.



Uno scenario inevitabile?

Ma certo, anche perché tutti in realtà vogliono le urne. Le vuole il Pd, anche se non lo dice apertamente, e ovviamente le vogliono i grillini, anche se sanno che non riprenderanno i voti di febbraio. Dunque, a questo punto…

Chi guiderà il centrodestra?

Berlusconi ovviamente. E sarà una campagna elettorale davvero unica, con il leader agli arresti domiciliari che guiderà la coalizione in quella che sarà la madre di tutte le battaglie. Da un punto di vista comunicativo, il Cavaliere non potrebbe desiderare di meglio: sarebbe la resa plastica della sua battaglia che porta avanti da vent’anni. Da un punto di vista prettamente mediatico, sarebbe la versione due punto zero di Gramsci in prigione ma leader del partito comunista.

L’elettorato del Pdl davvero comprenderebbe elezioni anticipate? 

Ma guardi, io ritengo che verosimilmente gli otto milioni di elettori di febbraio rimarranno fedeli, e seguiranno Berlusconi anche in quest’ultima avventura. Non dimentichiamo che sei mesi fa il Pdl era morto ma poi è letteralmente resuscitato grazie al suo leader. Poi, al centrodestra torneranno voti da un pezzo di Scelta Civica, oggi in totale disfacimento. Infine, Grillo perderà almeno un 25 per cento di suoi consensi: torneranno nella casa del centrodestra tutti quegli elettori che hanno percepito il Movimento 5 Stelle come di sinistra. In breve, Berlusconi sa che potrà intercettare almeno un otto, dieci per cento di voti in movimento. Sarà una battaglia vera. La madre di tutte le battaglie.

 

Però si voterà ancora con il Porcellum.

Inevitabilmente, perché proprio non ci sono le condizioni per modificare la legge elettorale. Questo vorrà dire anche che il rischio di tornare alla situazione attuale è ancora molto forte, con un Senato in stallo e una maggioranza di centrosinistra alla Camera. Ma, ovviamente, dipenderà anche da cosa farà il Pd.

 

Già, il Pd: ci crede ad un partito che si spacca per salvare Berlusconi e il governo?

Assolutamente no. Mai come in questa occasione, verrà fuori come l’antiberlusconismo sia il cemento che ha tenuto e tiene insieme la sinistra. Ma in realtà, è interesse di tutto il Pd andare alle elezioni perché tutti hanno una ragione valida per votare contro Berlusconi: i renziani per ovvi motivi di leadership, Epifani per non scontentare il resto di un partito in subbuglio.

 

Come scenderà in campo alle prossime elezioni il centrosinistra?

Attualmente il solo leader solido di cui dispone il Pd è senza dubbio Renzi. Molto dipenderà se l’apparato lo sosterrà o si metterà di traverso. Del resto, questo punto sarà il vero contenuto del prossimo congresso: una sorta di referendum pro o contro il sindaco di Firenze. Ma il dibattito è ancora aperto, e dagli esiti imprevedibili.

 

Davvero, come dice Letta, il governo è indifferente alle sorti di Berlusconi?

Letta sa benissimo che la ripresa non c’è, e sarebbe opportuno che la smettesse di fare questi annunci. Dopo di che, cosa deve dire? È costretto a rimanere in qualche modo sospeso: sta alla finestra e guarda cosa accade, presentendo già qual è la sua sorte.

 

Napolitano potrebbe fare un’ultima mossa per salvare il governo?

Siamo onesti: il Capo dello Stato ha già fatto il massimo, non credo gli si possa chiedere altro. È del tutto comprensibile che Berlusconi abbia rifiutato l’iter di Napolitano, così come è altrettanto comprensibile che il presidente non abbia sconfessato la Corte di Cassazione: sarebbe stato l’assurdo. Il massimo che si poteva fare, sul Colle, è stato fatto. Certo, Napolitano continuerà a fare di tutto per allungare la vita di Letta, ma non credo che abbia altre frecce al suo arco: sa che, finito l’esecutivo, è finita la legislatura.

 

In definitiva, chi staccherà la spina? 

Difficile dirlo. Il Pdl vuole lo faccia il Pd, facendogli saltare i nervi, e il Pd è certo che sarà il Pdl alla fine a innescare la battaglia finale sull’onda della difesa estrema del suo leader. Probabilmente, saranno gli stessi eventi a dettare gli esiti: se il 31 agosto sarà abolita l’Imu, Berlusconi lascerà il cerino nelle mani di Epifani. Se, viceversa, avrà la meglio Saccomanni con le sue ipotesi di riforma che non prevedono l’abolizione, allora sarà il Pdl ad accelerare fino al 9 settembre con il voto al Senato sulla decadenza del Cavaliere. Ma la sostanza non cambia: il quarto grado delle elezioni è ormai un dato di fatto da cui non sarà possibile sfuggire.

 

(Piergiorgio Greco)