E’ durato circa tre ore l’incontro personale tra il capo del governo Enrico Letta e il suo vice Angelino Alfano. A tema il futuro di Silvio Berlusconi, la sua agibilità politica messa in dubbio dal voto del parlamento che autorizzerà o meno la sua cacciata dal senato con tutte le conseguenze del caso. Alfano è andato a ribadire la posizione del Pdl, che si riassume nel chiedere al Pd di non votare contro Berlusconi; Letta, come aveva già detto nei giorni scorsi, ha ribadito la sua posizione e che cioè i parlamentari del Pd non accettano imposizioni e voteranno secondo la linea del partito. Il che significa per la stragrande maggioranza di essi il no a Silvio Berlusconi senatore. Varie fonti hanno definito molto duro lo svolgimento dell’incontro: per Letta come aveva detto ieri in mattinata, far cadere il governo adesso – come minaccia il Pdl in caso di voto contrario del Pd – sarebbe paradossale adesso che “la terra promessa è vicina”. Per Alfano, non è possibile governare in una coalizione che vuol far cadere il loro leader. Punto di contrasto è la richiesta del Pdl di esaminare la legge Severino tenendo conto del parere dei molti giuristi che si sono espressi con dubbi sulla retroattività della stessa e quindi sull’applicabilità o meno a Berlusconi. Letta ribadisce ancora che il governo non ha a che fare con una questione che riguarda il parlamento. La giunta per le elezioni del senato si riunisce il 9 settembre: a quel punto il Pd dovrà dire le sue intenzioni di voto.



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