“Due terzi degli italiani sono con il governo Letta e contro le elezioni anticipate”. Ad affermarlo è Nicola Piepoli, sondaggista dell’Istituto Piepoli, secondo cui “in questo momento Pdl e Pd sono entrambi al 25% e le loro rispettive coalizioni sono al 32-34%. Se Letta resta in carica i due partiti continueranno a crescere e supereranno il 30% entro la fine di dicembre. Se invece Letta cade, si produrrà un evento catastrofico paragonabile alla Rivoluzione francese, di cui neanche il miglior sondaggista può realmente prevedere la portata”.
Piepoli, chi vincerebbe se si andasse alle elezioni oggi?
Questa domanda presenta infinite possibilità di risposta. La prima risposta è che non si va alle elezioni, e il motivo è che la gente non vuole che ciò avvenga. La maggioranza silenziosa degli italiani è molto arrabbiata con chi vuole fare cadere l’esecutivo. Gli elettori si sono resi conto infatti che quello che abbiamo è un governo di onesti e vuole che resti in piedi. Due terzi degli elettori sostengono il governo Letta e non vogliono andare al voto.
A prescindere da un’ipotesi di elezioni anticipate, quali sono in questo momento i consensi dei principali partiti?
In questo momento se non si va al voto i consensi di centrodestra e centrosinistra tendono a coincidere. Pdl e Pd sono entrambi al 25%, i rispettivi alleati al 7-9% e quindi le due coalizioni sono in pareggio al 32-34%. Se al contrario si andasse al voto cambierebbe tutto, ma non sappiamo in quale direzione ciò avverrebbe.
Per chi voterebbe il restante 30% degli elettori?
Il 18-20% voterebbe per il Movimento 5 Stelle e il resto andrebbe ai partiti minori. So che Corrado Passera vorrebbe fondare un nuovo partito in grado di rappresentare la destra, dove c’è il vero vuoto. Un partito di destra con un vero leader, cioè non capeggiato da Berlusconi, arriverebbe agevolmente al 10%.
Per quale motivo invece nessuno vuole la responsabilità di fare cadere il governo Letta?
Perché chi fa cadere il governo sarà punito dagli elettori senza alcuna possibilità di appello. Gli italiani sono infatti passati dalla depressione all’ira e in caso di elezioni anticipate ce ne accorgeremo. La gente pensa infatti che quello attuale sia un buon governo e che se lo mandiamo a casa dovranno andare a casa tutti.
Se il governo non cade chi ci guadagna?
L’unico che non ci guadagna è il M5S, mentre i partiti della maggioranza rafforzano i loro consensi. Chi vuole andare a elezioni anticipate perché trarrebbe vantaggio dal caos è infatti Grillo. Se il governo Letta resta in carica, Pdl e Pd guadagnano un punto percentuale ogni mese che passa. A fine dicembre sia Pdl sia Pd supererebbero quindi il 32%.
Quanto vale l’effetto Renzi?
Molto poco, perché Renzi non è nel governo. Chi conta in questo momento è Letta, non il sindaco di Firenze.
Che cosa succede invece se il governo Letta cade?
Mandare a casa un governo di galantuomini produrrebbe effetti devastanti nell’opinione pubblica. Chi vincerebbe davvero in questo caso sarebbe l’astensionismo.
Con quali conseguenze?
Gli eventi in cui sarebbe coinvolta l’Italia se cadesse il governo sarebbero assolutamente catastrofici, e quindi imprevedibili. René Thom, il massimo teorico delle situazioni catastrofiche, afferma che una catastrofe è una rottura di trend. La caduta del governo Letta sarebbe per la gente una rottura di trend. Si tratta quindi di un evento paragonabile al Vajont che trabocca e distrugge villaggi e città, o alla Rivoluzione francese. Chi mai avrebbe previsto la Rivoluzione francese un minuto prima che scoppiasse? Neanche il più geniale tra i sondaggisti che fosse vissuto nel 1789 sarebbe riuscito ad anticipare un evento di quella portata.
(Pietro Vernizzi)