Come al solito le reali intenzioni di Berlusconi non sono decifrabili. E non lo saranno fino a quando, all’ultimo, non farà le sue mosse. «È finita, finalmente. Il governo Letta cadrà. L’ha detto anche il presidente», dice la Santanchè in un’intervista rilasciata a Repubblica. Il giorno prima, Alfano, al termine della riunione ad Arcore con i vertici del partito, aveva rilasciato un comunicato  in cui spiegava che la decadenza «dalla carica di senatore è impensabile e costituzionalmente inaccettabile». Poi, aveva aggiunto: «Il Popolo della Libertà è come sempre unito, compatto e deciso, a fianco del suo presidente». Unito e compatto, in realtà, non si direbbe, e le continue scaramucce tra falchi e colombe preludono ad una frammentazione post elettorale. O forse no. Il direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, ci spiega perché, nel caso di elezioni anticipate, le defezioni saranno ridotte all’osso.



Il governo cadrà?

Dovessi scommettere, direi di sì. Il documento di Alfano è una sintesi di Berlusconi, e indica la direzione. O nelle prossime ore si verificano fatti eclatanti, irreversibili e concreti, o il governo non ha più senso di esistere.

Perché no?

Come si fa a stare alleati con un persona che vota la tua pena di morte? Qui non si tratta delle intenzioni di Berlusconi di staccare la spina o meno al governo, quanto di prendere atto della situazione.



Concretamente, quali passi si possono compiere per evitare la decadenza da senatore?

E’ possibile, anzitutto, interpretare favorevolmente la legge Severino. Sono sempre di più i costituzionalisti e i giuristi che dubitano della sua retroattività. Inoltre, il Parlamento (volendo) ci metterebbe 5 giorni ad emendarla. Non dimentichiamo, infine, che il capo dello Stato dispone del potere residuale del re di commutare pene o annullarle.

Cosa farà il Pd?

Voterà la decadenza. E si opporrà a tutte le soluzioni che possano garantire a Berlusconi l’agibilità politica. Per una ragione antropologica e genetica: rimane pur sempre un partito comunista. E i partiti comunisti hanno sempre usato la legge per far fuori i nemici. Del resto, dal loro punto di vista, è l’unico modo per liberarsi di Berlusconi. La via elettorale è troppo rischiosa. Sono, infine, legati da un patto di complicità con la magistratura.



Se si va a elezioni anticipate, nel Pdl si arriverà allo scontro tra falchi e colombe?

Non credo. La leadership di Berlusconi è indiscutibile, e la sintesi politica, alla fine, non la fanno né i falchi né le colombe, ma lui. Tutto il resto sono personalismi che non spostano di un millimetro la prospettiva del partito.

 

Ci potrebbero essere scissioni e divisioni, qualcuno potrebbe confluire in un nuovo partito, con Letta magari

Ma no, è un film già visto: all’apice della presunta popolarità del governo Monti, in molti, nel Pdl, furono tentati dal superamento del berlusconismo e dalla creazione di un nuovo soggetto politico. Bastò che Berlusconi schioccasse le dita e tutti tornarono a casa.

  

Perché dovrebbe essere così anche questa volta?

Nessuno tra costoro vanta di consenso elettorale proprio. Inoltre, non stiamo certo parlando di cuor di leone. E poi, lascerebbero Berlusconi per fare cosa?

 

Il centro.

L’esperienza insegna che in Italia il centro è destinato al fallimento. Da Casini e Monti, sono tutti spariti nel nulla.

 

Il Pdl post elezioni non rischia di talebanizzarsi?

Questa è la versione di chi si è ritagliato nel Pdl un ruolo da funzionario e, ora, teme di perderlo. Non c’è ragione perché Forza Italia debba estremizzarsi. Lo spirito del ’94, a cui vuole tornare il partito, era tutt’altro che di destra radicale.

 

Cosa ne pensa dello scontro tra la Santanchè, espressione dei falchi, e le colombe (Quaglieriello, Sacconi, Cicchitto, Gasparri, ecc…)?

Nel centrodestra c’è un’ossessione per la Santanchè. Un’ossessione priva di fondamenta politiche. Lei interpreta il ruolo della linea dura nei confronti di papocchi come l’alleanza con Monti e con la sinistra. Il che non mi pare una pericolosa minaccia per la democrazia o per un partito liberale. Del resto, il comunicato di Angelino Afano – che non mi risulta essere un pericoloso falco -, poteva tranquillamente essere firmato anche dalla Santanchè. Di conseguenza, le questioni politiche stanno a zero.

 

(Paolo Nessi)