Non ci fosse la vicenda giudiziaria di Berlusconi a complicare la situazione, la situazione sarebbe ugualmente complicata e l’esistenza del governo sempre e comunque a repentaglio: il Pdl minaccia la sopravvivenza dell’esecutivo se l’Imu non sarà abolita del tutto e un accordo ancora non è stato raggiunto. Ciò detto, la vicenda giudiziaria di Berlusconi esiste, eccome. Il che peggiora ogni cosa. La votazione del 9 settembre della Giunta per le autorizzazioni del Senato sulla decadenza da senatore prelude a foschi scenari. Difficilmente il Pdl terrà i nervi saldi se al suo leader sarà strappato il laticlavio. Luciano Violante ha suggerito, dalle pagine de Il Corriere della Sera, una parziale via di fuga: se la Giunta «ritenesse che ci fossero i presupposti, potrebbe sollevare l’eccezione davanti alla Corte». Inoltre, «la Corte di Lussemburgo potrebbe essere interpellata perché dica se in base alla normativa europea, applicabile anche in Italia, la legge Severino dà luogo a pena, non retroattiva, o a un semplice effetto sulla condanna». Abbiamo fatto il punto sulla situazione con Francesco Russo, senatore del Pd.



Il governo rischia la crisi sull’Imu?

L’impegno al superamento dell’Imu che il governo si è assunto si è configurato come rimodulazione delle tasse che gravano sulla casa. Fin dall’inizio si era detto che si sarebbe dovuto fare i conti con la difficoltà nel reperire le risorse. Detto questo, ci si sta avvicinando all’ipotesi di rimuoverla per il 70-80 per cento delle famiglie italiane e in particolare per quelle delle fasce medio basse. Sono, quindi, ottimista: direi che il governo sta per raggiungere la quadra del cerchio.



Ma il Pdl continua chiedere la rimozione totale.

Pure i suoi ministri siedono in Cdm e sanno quali sono le risorse disponibili. In ogni caso, è del tutto inverosimile che il Pdl decida di far cadere il governo perché l’Imu è stata ridotta all’80% delle famiglie, e non al 100%. Sarebbe un “casus belli” difficile da innescare. Anche nella chiave il più elettoralistica immaginabile.

C’è poi la vicenda giudiziaria di Berlusconi. Come si orienterà il suo partito?

Prendo per buona la posizione di Epifani: il Pd non accetterà ricatti da parte del Pdl. Tuttavia, il senatore Berlusconi sarà trattato come qualsiasi altro senatore. Non ci saranno sconti, ma neanche alcun accanimento. Mi è parso un importante segnale per ribadire che il Pd agirà nel rispetto della legge senza pregiudiziali di nessun tipo.



Quindi terrete in considerazione le parole di Violante?

La voce di Violante, per quanto autorevole, è isolata.

 

Allora, come voterete?

La posizione largamente maggioritaria nel partito è quella di votare per la decadenza. Tuttavia, interpreto positivamente il silenziatore che Berlusconi ha messo ai falchi.

 

Per forza. Ha perso 150 milioni.

Non facciamo i processi alle intenzioni… Diciamo che da entrambe la parti, il rischio di scivolare su un piano inclinato, è stato in parte scongiurato.

 

Non si andrà a elezioni anticipate?

La stragrande maggioranza degli elettori di centrodestra e centrosinistra non le vuole. Non le vuole neppure la maggioranza del Pdl.

 

Che effetti sortirebbero?

Come ha spiegato la Cgia di Mestre, una crisi metterebbe a repentaglio le operazioni legate all’Imu, all’Iva e alla Tares. Il che, renderebbe necessario reperire immediatamente 7 miliardi di nuove tasse. Una serie di iniziative che sono in procinto di essere varate, come il decreto del Fare 2, sarebbero stoppate; non riusciremmo, infine, ad agganciarci agli effetti positivi della ripresa europea che presumibilmente si determineranno all’indomani delle elezioni tedesche.  

 

Non sarà che il Pd teme le elezioni?

A dire il vero potremmo, egoisticamente, augurarci le elezioni. In questo momento, infatti, esprimiamo i due leader maggiormente apprezzati, Letta e Renzi. Tuttavia, siamo consapevole del fatto che la campagna elettorale congelerebbe il Paese per mesi. Questo farebbe malissimo alla nostra economia. Inoltre, prima di indire nuove elezioni dovremo varare una serie di riforme istituzionali fondamentali, oltre che poste come condizione per la sua rielezione da Napolitano.

 

(Paolo Nessi