Berlusconi si convincerà che le uniche ragioni per far cadere il governo sarebbero la ripicca e il capriccio. Concretamente, non gliene verrebbe nulla. Napolitano non scioglierà mai le Camere e, quindi, l’ex premier non farebbe in tempo a candidarsi ancora una volta a Palazzo Chigi prima della sopraggiunta incandidabilità. E’ opinione comune, inoltre, che il capo dello Stato riaffiderebbe l’incarico a Letta. Certo, qualcuno dovrebbe garantirgli la fiducia al Senato. Ma neanche questo è un problema. Di transfughi se ne trovano. Alessandra Moretti, deputata piddina e portavoce di Bersani durante la campagna elettorale, intervistata da Repubblica ha spiegato che «al Senato una trentina su circa 50» di senatori grillini sarebbero pronti al trasloco. Le abbiamo chiesto lumi.
Onorevole, addirittura 30 grillini?
No no, io a dire il vero non ho mai dichiarato un numero preciso.
No?
In quell’intervista mi ero limitata a registrare che 30, probabilmente, sono quelli che servirebbero per avere una maggioranza stabile.
Quindi?
Quindi non le so dire quanti siano esattamente. Posso, invece, affermare con certezza che molti parlamentari dell’M5S stanno vivendo una situazione di disagio e sofferenza, peraltro segnalata sui giornali, e che, in un’ipotesi di caduta del governo Letta, sarebbero pronti ad appoggiare una maggioranza diversa.
Guidata da chi?
Sempre da Letta. Sta svolgendo il ruolo di presidente del Consiglio bene, riuscendo a portare avanti il programma comunicato durante il suo discorso di insediamento. Questo, nonostante una della componenti della maggioranza, il Pdl, invece che parlare di stabilità e coesione, piazza ogni giorno delle mine che mettono a repentaglio la sopravvivenza del governo.
Lei è davvero convinta che il Pdl arriverebbe al punto di staccare la spina al governo?
Il Pdl, ad oggi, nelle argomentazioni pubbliche mette davanti agli interessi del Paese quelli di Berlusconi, è un dato di fatto; è pur vero che molti suoi ministri, e diversi parlamentari e senatori, stanno cercando di convincere i falchi ad assumere un atteggiamento di responsabilità.
Per “colpa” delle dichiarazioni dei falchi, Berlusconi ha perso 150 milioni di euro. Non è una motivazione sufficiente per desistere dal far cadere il governo?
Credo che, in primo luogo, dovrebbe essere l’interesse dell’Italia a motivare le scelte di un ex presidente del Consiglio. Comunque, è vero che l’instabilità potrebbe determinare un tracollo dal punto di vista finanziario in grado di condizionare negativamente il suo gruppo aziendale.
C’è una campagna acquisti al Senato?
No, non mi risulta. Sono a conoscenza esclusivamente di un dibattito interno all’M5S, ma anche al Pdl.
Benché la Costituzione non preveda alcun vincolo di mandato, sarebbe legittimo, in questo caso, cambiare gruppo parlamentare per sorreggere una nuova maggioranza?
E’ legittimo nel momento in cui la scelta è motivata da un interesse pubblico e collettivo.
In genere il motivo è il mantenimento della poltrona.
Guardi, la questione si può facilmente rigirare: si potrebbe sostenere che chi è fedele al capo a oltranza lo è perché spera che il capo ricambi la fedeltà garantendogli la presenza in Parlamento anche nella prossima Legislatura.
(Paolo Nessi)