Il Pd ha sperato per vent’anni che Berlusconi venisse condannato. Ora che lo è stato, ha scoperto che non c’è un granché da esultare. La sentenza definitiva non lo ha eliminato dalla scena. Il Berlusconi politico è vivo e vegeto e non intende farsi da parte. Resta da capire le modalità con le quali continuerà a giocarsi la propria partita. Le ipotesi sono numerose. Emilio Fede, che attualmente dirige la Discussione, interpellato da Il Corriere della Sera, si è detto convinto che sceglierà i domiciliari ad Arcore. Gli abbiamo chiesto qualche dettaglio in più.



E’ sicuro che sceglierà proprio i domiciliari?

E’ una delle possibilità. Uno degli sbocchi possibili.

E i servizi sociali?

Ma certo. E’ disponibilissimo. Per lui sarebbe un modo per sentirsi utile. E non rinchiuso. 

Rinchiuso? Ad Arcore?

Ad Arcore avrebbe spazio per muoversi, certo. E, se optasse per gli arresti domiciliari, sceglierebbe sicuramente Villa San Martino. Ma, glielo assicuro, il giardino lo si percorre da un capo all’altro in non più di 5 minuti.

Non pensa che potrebbe giocarsi anche altre strade, come la Corte Costituzionale, la Corte di Strasburgo, o la richiesta di grazia?

A dire il vero, si tratta di ipotesi che, per lo più, piacciono ai cosiddetti falchi. Berlusconi è molto realista. Quel che è certo è che non chiederà mai la grazia.

Perché no?

Per lui sarebbe come ammettere la propria colpevolezza.

E se alla fine i falchi lo convincessero?

Io, Berlusconi, l’ho visto a Ferragosto. Siamo stati insieme qualche ora. Un incontro tra amici. Non c’era nessun politico, ma solo io, lui, Maria Rosaria Rossi, e Francesca. Ecco, in quelle ore ha ricevuto numerose chiamate. Anche dai falchi. Suggerimenti, consigli, messaggi di solidarietà.

E quindi?

E quindi ha fatto come tutte le altre volte. Lui ascolta, riflette, metabolizza. Può sembrare che col pensiero sia altrove ma, in realtà, è sempre molto presente. Sembra, magari, che non ti stia dando retta. Poi, capita che dopo due settimane ti fa capire che aveva compreso tutto quello che gli avevi detto. Fa sempre così. E, alla fine, è solo lui a decidere.

Cosa deciderà?

Questo non posso saperlo. Le anticipo, tuttavia, che è intenzionato a parlare al Paese, spiegargli come stanno le cose. In una forma che è ancora da decidere. Potrà essere, ad esempio, un videomessaggio.

 

Lei gli ha dato dei consigli?

Gli ho consigliato di non chiedere la grazia.

 

Berlusconi è rimasto deluso da Napolitano?

Più che deluso, è sempre stato cosciente del fatto che fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio.

 

E dalle colombe?

Direi di noi. Che poi ci siano personaggi che, sottobanco, lavorano per conto proprio non lo escludo. D’altro canto, come dico sempre: personalmente sono sempre stato un ruffiano. Ma un ruffiano intelligente. Il problema sono quelli cretini, quelli sì che fanno danni.

 

Parliamo dei falchi.

Cosa vuole che le dica? Due giorni fa ho chiamato il mio amico Brunetta, per chiedergli di intervenire nel dibattito in corso su La Discussione. Mi ha risposto: “non ho tempo, io mi sto occupando della pubblica amministrazione”.

 

Cosa ne pensa della scelta di rifare Forza Italia?

 Senta, al tavolo in cui si decise la nascita della prima Forza Italia c’eravamo Donelli, Briglia, Costanzo, Dell’Utri, Galliani, Marina, Gianni Letta, Confalonieri, Federico Orlando e io. Ebbene, io, Dell’Utri e Confalonieri fummo gli unici a consigliargli di fondare il partito. E a dirci sicuri che avrebbe pure vinto le elezioni.

 

Berlusconi può continuare a fare il leader dai domiciliari?

Non vedo alternativa. Il leader indiscusso è lui. Guardi, faccio il giornalista da 60 anni, sono stato assunto da Biagi, l’informazione in Mediaset l’ho creata io…

 

Sappiamo.

Era per dire che un minimo di fiuto e di capacità di capire la gente ce l’ho. Ecco, vogliono ancora tutti Berlusconi. Se lui lasciasse Forza Italia si aprirebbe una crisi dalla conseguenze imprevedibili. 

 

(Paolo Nessi