Contrordine: questo è un governo che fa cose egregie e io non lo farò cadere, non c’è da parte mia nessun ultimatum. Piena smentita quella di Silvio Berlusconi arrivata dopo essersi recato al banchetto del Partito radicale per firmare la richiesta di vari referendum, tra cui quello sulla riforma della giustizia. Eppure ieri sera nel corso di una telefonata a un convegno di suoi sostenitori, aveva detto esattamente il contrario: se la sinistra vota contro di me, farò cadere il governo. Oggi, forse grazie alla mossa mediatica, firmare al tavolo dei radicali insieme a Pannella, Berlusconi era più disteso: ha solo detto che dipenderà dai suoi ministri se abbandoneranno il governo o meno. Io, ha aggiunto, spero di no. Non solo: ha anche augurato a Enrico Letta di restare a Palazzo Chigi. E’ un governo, ha voluto sottolineare, che è stato fortemente voluto da me: “Sono convinto che l’Italia abbia bisogno che il governo continui a governare e questo governo non merita le critiche che qualcuno gli fa”. In realtà, una frase un po’ criptica lascia trasparire che non è tutto così pace e amore: “Spero che il governo possa continuare ma è una cosa che rientra addirittura nell’assurdità che una forza democratica come il Pd pretenda che un’altra forza alleata possa restare a collaborare al tavolo del governo se gli si sottrae il fondatore e il leader”.