Mario Capanna tende la mano a Silvio Berlusconi, consigliandogli di venire a lavorare presso la Fondazione Diritti Genetici. Una proposta che sa tanto di sfottò, dato che il Cavaliere, ancora per poco, è stato condannato dalla Cassazione per frode fiscale a 4 anni di reclusione, di cui dovrà scontarne solo uno per effetto dell’indulto, e dato che, evidentemente, i due non viaggiano sulle stesse corde. Tuttavia, Capanna ci ha tenuto a precisare che non si tratta di una boutade ma di un offerta sincera. «Proviene da un Suo avversario politico, che non l’ha mai considerata il Nemico», spiega Capanna affermando che «tra condannati, io per reati derivanti dalle lotte studentesche, di cui vado fiero, ci si intende meglio». Secondo il ragionamento dell’ex leader sessantottino, Berlusconi non è il tipo da restare chiuso per un anno tra le mura, per quanti sontuose, delle sue ville. Capanna non è l’unico che ha lanciato un invito del genere all’ex premier. Don Mazzi, suo storico amico, lo ha invitato a lavorare nella sua comunità, mentre Don Valentino Porcile, parroco ligure, gli ha proposto un programma di servizi socialmente utili in giro per l’Italia. Don Armando Zappolini, presidente del Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza, lo ha invitato, invece, provocatoriamente in una cooperativa sociale, per rendersi conto dello sfacelo sociale che lui stesso ha creato.